Renato Miele, ex calciatore della Lazio e ora avvocato, è intervenuto nella trasmissione radiofonica Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:




Non mi piace l’atteggiamento del calcio nella situazione attuale. In un momento in cui servirebbe estrema solidarietà alcuni esponenti vogliono mettere in evidenza la questione del proseguimento del campionato, che in questa situazione, anche se dovessero esserci i presupposti, non potrebbe riportare le cose come prima. Vedere alcuni dirigenti parlare solo di ripresa e di presentare economici allo Stato non è uno spettacolo edificante, visto che nessuno degli operatori del mondo del calcio, ai massimi livelli, ha problemi di natura finanziaria.




L’altro discorso in voga è quello della riduzione degli stipendi dei calciatori: analizzando la situazione dal punto di vista legale sappiamo che i contratti dei giocatori sono regolati dalla legge sul professionismo, in base a questa si prevede che non venga concessa una norma che permetta al datore di lavoro di ridurre lo stipendio. Dunque il taglio può essere apportato solo con un esplicito consenso dei calciatori. Oppure deve esserci un accordo per concordare questo tipo di rapporto. Non va dimenticato che nei rapporti di lavoro, se fosse attribuibile anche la parte che esclude il divieto di riduzione di stipendio, si scontrerebbe con il principio di una riduzione di stipendio applicabile solo in caso di crisi aziendale. Crisi aziendale che in questo momento non c’è, dunque al momento i requisiti mancano totalmente.




La Lazio ripartendo il campionato dovrebbe giocare a Bergamo, con una situazione che renderebbe lo svolgimento di una partita quantomeno inopportuno. In questa emergenza i club più a rischio sono quelli dalla Serie C in giù: un club professionistico però dovrebbe avere un bilancio in grado di coprire un’intera stagione, dovrebbe essere una garanzia al momento dell’iscrizione. Evidentemente qualcuno non ha controllato la capienza economica delle società iscritte. Il mondo dei Dilettanti viene gestito in maniera particolare, in Serie D spesso ci troviamo di fronte a un falso dilettantismo con una sorta di stipendio che viene percepito dai giocatori ed alcune sponsorizzazioni attive per la Lega Dilettanti. Molte aziende andranno in crisi e non riusciranno a confermare tali sponsorizzazioni, con ripercussioni evidenti. I Dilettanti dovrebbero giocare senza spendere molti soldi, chiaramente chi ha puntato sull’aspetto economico nelle serie inferiori andrà in difficoltà.






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