L’avvocato Gianluca Mignogna, impegnato nella lotta relativa all’assegnazione dello Scudetto 1915 in ex aequo a Lazio e Genoa, si è espresso sulla situazione attuale, con il Coronavirus che ha gettato nel caos l’Italia intera, mondo del calcio incluso.

Intervenuto sulle frequenze di Radiosei, ai microfoni di Alessandro Zappulla, ecco di seguito alcune sue dichiarazioni:

“Quella del Consiglio Federale sarà una semplice ratifica della sospensione della Serie A come di ogni altra attività sportiva già stabilita dal Decreto Conte. Se sarà una cosa provvisoria o definitiva, lo dirà solo il tempo. Nessuno conosce la capacità di tenuta del sistema Italia, e soprattutto nessuno è in grado di capire se ci sarà tempo di recuperare tutti i match persi. La stella polare, spesso, sono gli interessi economici. Sono basito che non siano stati sospesi allenamenti e gli impegni nelle competizioni europee. Ogni squadra, tra tesserati, staff tecnico e sanitario, ha un organico di cinquanta persone. Tutti hanno famiglia, con mogli, figli. C’è un movimento di circa duemila persone, che sono potenzialmente esposte e portatrici del virus. La gestione di tutta questa questione emergenziale, sia dal punto di vista sportivo che politico, lascia più di qualche perplessità”.

BLOCCO CAMPIONATO – “L’unico precedente assimilabile a quello verificato quest’anno è quello del 1915, ma con la distinzione che all’epoca c’era un campionato articolato su base territoriale. Tecnicamente, in realtà non si possono portare a paragone i due tornei. Allo stato non c’è alcuna norma, né della FIGC né della LEGA, atta a regolamentare la sospensione. Si potrebbe trarre spunto da criteri che vigono in altri sport, in cui un titolo è assegnabile se si sono svolti i 2/3 del campionato. Credo che il campionato difficilmente potrà riprendere, si tratta oggettivamente di un problema serio”.

(Fonte: Lalaziosiamonoi.it)

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