Tommaso Montesano, giornalista di Libero, è intervenuto nella trasmissione radiofonica Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:




Quello che è sorprendente è la continuità e la mentalità che questa squadra è riuscita ad acquisire. Non ero così ottimista e devo dire che forse, ad oggi, questa Lazio è anche superiore a quella degli anni d’oro a cavallo del 2000.

Dovendo fare un nome fra i tanti che stanno brillando in questa stagione non posso non fare quello di Luis Alberto, porta una qualità sulla quale nessuna altra squadra di Serie A può contare e non per niente quando è mancato a Brescia ce ne siamo accorti in fase di costruzione della manovra. Faccio però anche il nome di Patric che mi ha davvero sorpreso: il suo grande difetto è sempre stata la concentrazione e invece quest’anno non ricordo un suo errore, è uno dei capolavori del nostro allenatore.




Forse l’anno scorso c’è stata una minore capacità di coinvolgere tutti i giocatori della rosa, cosa che quest’anno è stata fatta in maniera più scientifica, e la capacità di concentrarsi su un unico obiettivo. Ma la condizione di alcuni singoli nella scorsa stagione era oggettivamente peggiore rispetto a quella splendente di quest’anno, poi Inzaghi è stato molto abile a sfruttare tutte le risorse a sua disposizione. L’anno scorso Milinkovic era rientrato giusto in tempo per il gol in Coppa Italia, Luis Alberto credo che sia nella sua stagione migliore: le fortune di un allenatore vengono fatte dai suoi campioni.

Io vivo la realtà di Roma e per lavoro la realtà della Lombardia, credo che sull’emergenza coronavirus il calcio non possa continuare ad andare per conto suo. Qualche dubbio su come questa stagione possa concludersi ce l’ho, è stata rinviata anche la seconda semifinale di Coppa Italia e il nuovo decreto del Governo imporrà le porte chiuse almeno fino a fine mese per tutte le manifestazioni sportive. E’ una limitazione molto seria per tutti, non solo per le cosiddette zone rosse, inoltre il Presidente del Consiglio non esclude la chiusura delle scuole su tutto il territorio nazionale. E’ una situazione senza precedenti e credo che il calcio debba seguire la politica, anche se suona male. Il balletto su Juventus-Inter è stato abbastanza stucchevole e credo che la responsabilità sia di entrambe le società, bisognava giocare subito a porte chiuse. L’Inter non vuole uscire dalla zona Scudetto rischiando di perdere contro la Juventus, preferirebbe recuperare contro la Sampdoria per essere psicologicamente più vicina alla vetta al momento dello scontro diretto, ma è un modo di inseguire gli interessi di bottega senza rendersi conto della situazione reale.




Con mio padre è indelebile nella mia mente la trasferta di Napoli per gli spareggi del 1987, li ho vissuti con papà Enrico facendo il viaggio in macchina col presidente Calleri e raggiungendo la squadra e il mister Fascetti in albergo. L’emozione più grande l’ho vissuta per quegli eventi, anche se qualcuno non può crederci: la tensione e l’emozione di quelle partite saranno per me sempre indimenticabili. Quelle esperienze forgiano il carattere, quando capitano dei momenti brutti come Lazio-Inter di due anni fa c’erano bambini che piangevano, ma io ricordo pomeriggi come quello del 21 giugno 1987 con Fiorini che segna a 8′ dalla fine. Quello è il vero dramma sportivo. Il mio primo grande idolo è stato probabilmente Bruno Giordano, nella stagione della prima maglia bandiera nell’82/83, poi Alessandro Nesta di cui ricordo con molto dispiacere la partenza.






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