Stefano Bizzotto, giornalista Rai, è intervenuto nella trasmissione radiofonica Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:




C’è quasi paura a parlare dell’argomento rinvii e coronavirus perché c’è paura di aggiungere confusione a confusione. Faccio solo una considerazine, c’è stata una partita nel fine settimana che è stata annullata, quella dell’Udinese. Oggi la Dacia Arena si apre per far disputare il match del Pordenone a porte aperte. Fa un po’ pensare che nella stessa città si prendano misure diverse. Il buonsenso farebbe pensare al far slittare tutto di una settimana come soluzione più logica, ma di ora in ora si possono aggiungere nuove decisioni e situazioni.




L’allegria, la leggerezza e la serenità con la quale la Lazio scende in campo è sicuramente la caratteristica che contraddistingue questa Lazio, probabilmente figlia anche dell’assenza di pressioni con cui la squadra vive la stagione, nessuno chiedeva lo Scudetto alla Lazio. C’è stata poi una crescita ulteriore da parte di giocatori come Luis Alberto e Milinkovic che formano la coppia di centrocampisti più forti in Italia. Poi si parlava di una rosa corta che in realtà si sta confermando più che all’altezza nelle sue riserve.

A inizio stagione di parlava di fantastici quattro con Milinkovic, Luis Alberto, Correa e Immobile a guidare il gioco spumeggiante della Lazio, ma credo che a loro si debba aggiungere Acerbi, totem difensivo capace di mettere in difficoltà anche Mancini. E’ vero che si difende a quattro nell’Italia mentre la Lazio gioca a tre, ma al di là di questi accorgimenti tattici direi che ciò che sta facendo di buono Acerbi è sotto gli occhi di tutti, compreso il CT.




C’è grande incertezza riguardo partite che si dovrebbero disputare nel fine settimana, l’Europeo inizierà invece fra circa 100 giorni: se saremo ancora in condizioni di emergenza il 12 giugno vuol dire che saremo davvero messi male e il calcio passerà anche in secondo piano. Bisognerebbe fare anche paragoni con l’epidemia di Sars, 3 mesi e mezzo sono tanti, certo che se dovesse essere l’Italia ancora l’anello debole della catena la soluzione potrebbe essere spostare le partite previste a Roma, anche se mi auguro ovviamente che non sarà necessario arrivare a questo punto.






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