Claudio Lotito l’aveva definita una Ferrari e col pilota giusto, Simone Inzaghi, la rosa laziale si sta dimostrando una vettura del motore davvero potente: “Di quella frase, che non era detta per buttare lì una dichiarazione ad effetto. Io ci credevo“, ha detto oggi il patron laziale in una intervista concessa al Messaggero.




Simone ha capito tante cose ed è molto migliorato in questi anni insieme: ha capito che per andare così avanti, serviva coinvolgere di più ogni pezzo della nostra rosa. L’ha fatto e i risultati si vedono. Tutti si sentono importanti e indispensabili. Sanno che il tecnico li vedrà. Il turnover era una cosa imprescindibile, ha accettato il rischio e ha cambiato alcune sue convinzioni. Ed è diventato grande. I suoi giocatori gli stanno dando tutto. Lo Scudetto? Me lo chiedono, ma io penso alle cose concrete, non ai sogni“.




Nella sua intervista al Messaggero, il patron della Lazio Claudio Lotito cita l’ampio frasario di questi anni, ricordando da dove la sua squadra è partita: “Eravamo in crisi e ricordavo a tutti che era finita la stagione dei diritti e cominciava quella dei doveri. La svolta nel gruppo arriva proprio quando tutti hanno cominciato a capire questo: niente rendite di posizione. Devo dare atto ai miei giocatori di aver rispettato chi li rispettava e si stanno comportando da grandi professionisti e da gente di famiglia. La più grande soddisfazione della partita di domenica è la mia entrata negli spogliatoi dopo il 90′: entro e vedo 5 o 6 giocatori arrivare verso di me, pieni di adrenalina. Urlavano: «visto, presidente, abbiamo fatto quello che hai detto; hai visto presidente, hai visto!». Urlavano come matti. Quello che mi sorprende di questo gruppo è che non vige il mors tua, vita mea, sembrano in competizione solo con gli avversari non con il compagno che gioca“.

(fonte: tuttomercatoweb.com)






LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.