di Alessandro DE CAROLIS

Ecco le pagelle di Lazio-Inter, match valido per il 24° turno della Serie A. Sugli scudi Milinkovic e Immobile, ma l’intera rosa biancazzurra merita applausi a scena aperta.

Strakosha 7: la gran botta di Candreva l’ha messo in difficoltà prendendolo in contropiede. La sua respinta a mano aperta in zona centrale non è stata impeccabile, ha permesso il gol di Young. Unico piccolo neo in una partita per il resto monumentale. Sicuro nelle uscite, suo tallone d’Achille, sia sii cross che sui calci d’angolo. Si immola in scivolata su Lautaro per mettere una pezza sull’errore di Luiz Felipe.

Luiz Felipe 7.5: poteva meritare un 8 per la grande prestazione fino al 90’, minuto in cui stava per vanificare tutto con un retropassaggio corto. Strakosha e poi Acerbi gli salvano la prestazione. Il brasiliano al di fuori di questa leggerezza è stato monumentale. Con più continuità questo ragazzo sarebbe un ottimo elemento per l’età e le qualità-l.

Acerbi 8.5: con Mancini in tribuna manda ancora una volta un messaggio chiaro: è il miglior difensore italiano. Un leader vero, un tuttocampista. È ovunque, annulla quasi del tutto un certo Lukaku. Nel finale si immola in scivolata disperata sul tiro del numero 9 nerazzurro. Giocatore da clonare.

Radu 7.5: sicurezza e precisione. Il numero 26 biancazzurro ha fatto una delle sue migliori prestazioni con la maglia della Lazio. Neanche un giallo, mai in difficoltà. Sicuro negli anticipi e nei recuperi. Imposta e aiuta in fase offensiva.

Marusic 7,5: giocatore ritrovato. In tanti, se non tutti i laziali, avranno pensato che Inzaghi fosse impazzito nel mettere il montenegrino al posto di Lazzari. Eppure il numero 77 biancazzurro ha ripagato alla grande la fiducia. Molto attento in fase difensiva e molto diligente anche in quella offensiva. Pochi secondi prima del gol di Milinkovic è stato lui a sfiorare il vantaggio. Brozovic sulla linea gli ha tolto la gioia di un bellissimo gol, un tiro al volo di pregevole fattura. Bene anche quando viene spostato sulla sinistra dopo l’uscita di Jony.

Leiva 8: the wall. La muraglia cinese. Non ci sono più parole per descrivere questo giocatore. La sua importanza in mezzo al campo è sotto gli occhi di tutti. Rincorre ogni maglia nerazzurra, macina km su km senza risparmiarsi. Presente in entrambe le fasi. Un giocatore essenziale nello scacchiere di Inzaghi. Nei primi minuti della ripresa prende un giallo che nel finale gli costa un cambio per proteggere i tre punti (dal 80’ st Cataldi 7: dieci minuti soltanto, ma ha dato quello che voleva Inzaghi. Qualcuno che corresse a destra e a manca per pressare i centrocampisti interisti senza il rischio di un secondo giallo. Un gladiatore dal piede raffinato).

Milinkovic 9: Man of the match. Al 8’ colpisce una traversa clamorosa con un siluro dalla distanza. Un gesto tecnico da vero top player. A centrocampo è il vero maestro d’orchestra. Fisicità, classe, qualità e quantità. Il suo avanzamento nella ripresa è stata la mossa dello scacco-matto a Conte. Il suo gol è più che meritato per quanto fatto oggi e negli ultimi mesi. Gli mancava solo la rete per premiare il suo sacrificio tattico essenziale in questa Lazio “monstre”. Freddezza scientifica e precisione incredibile nel piazzarla a fil di palo. Tutti in piedi per il sergente.

Luis Alberto 8.5: non segna ne fa assist, ma come play è stato comunque decisivo. Dalle sue parti non si passa. Mai. Quando parte palla al piede è imprendibile, costringendo al raddoppio gli interisti per tentare di fermarlo. Straripante, anche nel giropalla. Anche lui meriterebbe di ritrovare il gol. È la linfa vitale del gioco biancazzurro. Lo spagnolo fa vedere ormai da mesi numeri da vero funambolo.

Jony 6.5: partita più che sufficiente. Bene in fase difensiva, soffre abbastanza in difesa. La dinamicità e la corsa di Candreva hanno creato dalle sue parti i maggiori pericoli nerazzurri della prima frazione. È migliorato, certo, ma il fisico non è dalla sua e in partite così complicate è forse troppo presto chiedergli una fase difensiva perfetta (dal 63’ st Lazzari 7.5: entra e con un Inter cosi sulle gambe è ancor più devastante. Lui e in parte il “Tucu” rovesciano la partita dando più dinamicità alla Lazio. È talmente veloce, che i compagni non sempre lo vedono. Giocatore che meriterebbe la chiamata di Mancini per Euro 2020).

Caicedo 6.5: partita preziosa perché nel primo tempo serviva una prestazione fisica e le sue sponde sono state essenziali per far salire la squadra. Duetta con Immobile senza però brillare come nelle ultime partite (dal 63’ st Correa 6,5: non è ancora al top della condizione fisica, ma dà segnali di rinascita. Le sue accelerazioni e i suoi dribbling mettono in ansia la retroguardia nerazzurra. Serve il miglior Tucu per l’assalto allo Scudetto).

Immobile 9: 26 °gol in campionato. Sigla il pareggio su un calcio di rigore perfetto a spiazzare Padelli, ma avrebbe segnato anche se non avesse subito il fallo interista. Nel finale, dopo uno strepitoso gioco di gambe, una parata d’istinto gli nega la doppietta che avrebbe chiuso la partita con dieci minuti di anticipo. Partita perfetta, corre anche per la squadra aiutando lui per primo in fase difensiva. Nel primo tempo strappa applausi quando su una ripartenza nerazzurra blocca tutto sul nascere con una caparbietà incredibile.

All. Inzaghi 10: Inzaghilandia fa sognare in grande. Da stasera la parola scudetto è realtà. Non ci si può più nascondere. Ora sarà battaglia fino alla fine. Senza coppe e senza nulla da perdere rispetto a Inter e Juventus. Guida la sua squadra con sapienza, saggezza tattica e padronanza. Indovina in pieno i cambi nell’undici di partenza: Marusic per Lulic e Caicedo per Correa. Poi anche le sostituzioni in corsa. Chapeau.

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