di Arianna MICHETTONI (foto © Antonio FRAIOLI)

Il paradosso della comfort zone: è al di fuori di questo immaginario confine – confine tra solito e insolito, aspettato e inaspettato – che accade la vita, eppure è all’interno di questa zona familiare (familiare, perché la Lazio è famiglia) che sta tutto quello che dovrebbe stare, esserci, le cose perdute e ritrovate, le lotte – le solite lotte o le lotte nuove, nate all’interno della comfort zone. È nella comfort zone l’appuntamento tra Lazio e Inter, l’appuntamento tra due amici e un divano – che senza, quale comfort c’è? E dentro il consueto rettangolo l’ambizione, talmente abituale da esser diventata comoda, comoda per gli interpreti e per i tifosi, comoda per 60000 spettatori. Il destino di questa partita è all’interno o all’esterno della comfort zone?

L’Inter è certamente a suo agio: l’inizio di gara è dominato dai nerazzurri, e la Lazio appare già dai primi minuti impacciata in difesa. Forse intenta a stiracchiarsi e a conquistar piano piano spazi all’avversaria milanese, la Lazio cerca nuove aperture di gioco: il centrocampo interagisce con intesa, misurando cambi di posizione e incroci di gambe per trovar l’agio di un approccio offensivo. Tanto che all’8’ il tiro improvviso di Milinkovic va a stamparsi sulla traversa – legno che trema ancora alla fine del primo tempo. Dal decimo minuto del primo tempo la Lazio è in crescita: la ripartenza in contropiede di Immobile, che serve poi Luis Alberto, è sventata dalla difesa interista – è Godin l’autore del provvidenziale intervento difensivo. La comodità è però anche fatta di equilibrio: l’Inter reagisce e costringe al 18’ Luiz Felipe ad immolarsi su cross dell’ex Candreva – se trattasi di comfort zone, è bello ritrovare i soliti noti. Al 21’ è reazione biancazzurra: Marusic si propone in attacco, ma il suo tiro è facile presa di Padelli. Il buon momento della Lazio però continua nei minuti: prima Leiva e poi Immobile tentano di capitalizzare l’azione offensiva Laziale.
Una partita che è anche spartito di note individuali: gli undici opposti pressano e creano continui capovolgimenti di fronte, con un ritmo che si mantiene costantemente alto. Al 28’ è di nuovo avanti l’Inter, lanciata in attacco dalle azioni di Candreva e Vecino: la retroguardia biancazzurra contiene la manovra propositiva ed è la prima partecipe dei rilanci laziali. La partita concentra le sue sorti nella metà del campo di entrambe le formazioni, filtro o avvio delle ripartenze di una o dell’altra. Al 43’, però, il sostanziale equilibrio – la zona di comfort – è rotta dal vantaggio dell’Inter: Young ribatte in rete la respinta di Strakosha su Candreva. Grande esultanza e scenari spezzati: dai confini superati emerge la pronta reazione Laziale, che però non impedisce lo svantaggio al duplice fischio.

La ripresa riprende, neanche a dirlo, lì dove gli equilibri erano stati infranti: Lazio in attacco per recuperare lo svantaggio, Inter in affanno contenitivo. Poi, per quella strana legge del karma che sì, si trova proprio fuori la comfort zone, De Vrij decide di annullare fallosamente una chiara occasione da gol per Immobile: l’arbitro assegna il rigore, sul dischetto è proprio il 17 biancazzurro. Scomodissima attesa prima dell’1-1 – che riequilibria presente e passato.

Inzaghi, a rimonta avviata, opera due sostituzioni: Caicedo e Jony lasciano il posto a Correa e Lazzari – velocità e intuito per lo smantellamento e ricostruzione di una zona. Energia Lazio, che non arresta la sua azione fino al raddoppio: al 24’ Milinkovic di prepotenza mette a sedere Padelli e a portare l’intera squadra di Inzaghi in campo per un liberatorio festeggiamento. La Lazio completa una meritata rimonta per gestione del gioco e per occasioni create; si barrica poi in una falange oplitica biancazzurra che l’Inter nulla può per infrangere. L’Inter riversata nella metà campo Laziale, che difende compatta e con tutti i suoi uomini: eppure Lautaro per un attimo preoccupa la Curva Nord Lazio, realizzando una rete da posizione irregolare. Ultima vera occasione per l’Inter, in un anticipazione degli ultimi minuti del secondo tempo che vedono, in realtà, la Lazio – Correa e Immobile – più vicina al terzo gol di quanto i nerazzurri lo siano mai al pareggio: sbagliate entrambe le occasioni del 3-1, è un conto alla rovescia al cardiopalma per i biancazzurri. L’obiettivo è tener palla ed approfittare della stanchezza interista: gli uomini di Conte tanto hanno corso e pressato da peccare, negli ultimi minuti di gioco, di lucidità e concretezza. La Lazio fa quel che la classifica, l’intensità degli 85 minuti precedenti e i suoi tifosi chiedono: giochicchia a rincorrere lo scorrere dei minuti, annullando i tentativi mai davvero incisivi dell’Inter – e sono tuttavia 4 i minuti da recuperare, prima del triplice fischio. Tra retropassaggi al sapore di retropensieri nefasti – Luiz Felipe per poco non innesca una scellerata reazione a catena – e due ammonizioni (a Milinkovic e Simone Inzaghi), esplode il 95esimo: commozione Lazio, sempre più nella sua comfort zone scudetto, e liberazione dal paradosso: il destino non conosce zone o limiti, il destino è un unico spazio – fino alla fine.

IL TABELLINO

SERIE A

LAZIO-INTER 2-1

Marcatori: 44′ Young (I), 50′ rig. Immobile (L), 69′ Milinkovic (L)

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Radu; Marusic, Milinkovic, Leiva (80′ Cataldi), Luis Alberto, Jony (63′ Lazzari); Caicedo (63′ Correa), Immobile. A disp.: Proto, Guerrieri, Patric, Bastos, Vavro, Parolo, J. Lukaku, A. Anderson, Adekanye. All.: Simone Inzaghi

INTER (3-5-2): Padelli; Godin (86′ Sanchez), de Vrij, Skriniar; Candreva (76′ Moses), Vecino, Brozovic (76′ Eriksen), Barella, Young; R. Lukaku, Lautaro Martinez. A disp.: Handanovic, Berni, Stankovic, Bastoni, Ranocchia, D’Ambrosio, Biraghi, Borja Valero. All.: Antonio Conte

Arbitro: Gianluca Rocchi (sez. di Firenze)

Ass.: Alassio-Costanzo

IV Uomo: Pasqua

A.V.A.R.: Vivenzi

NOTE. Ammoniti: 48′ de Vrij (I), 51′ Leiva (L), 58′ Luiz Felipe (L), 79′ Godin (I), 90′ Lazzari (L), 94′ Milinkovic (L). Recupero: 2′ pt; 4′ st.

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