di Alessandro DE CAROLIS

Ecco le pagelle di Lazio-Verona, recupero del 17° turno di Serie A. Sugli scudi Luis Alberto, ma a seguire l’intera squadra che ci ha provato con il cuore fino alla fine. Il sogno continua.

Strakosha 7: il Verona si fa vedere poco dalle sue parti, ma quando lo fa è sempre pericoloso. Doppio intervento miracoloso nei primi minuti della partita, la seconda parata su Borini da Play Station. Sempre sull’ex attaccante della Roma altra parata provvidenziale nella ripresa al 80’, un diagonale insidioso ben smanacciato in angolo. Più sicuro anche nelle palle alte.

Patric 6.5: ottima prova questa sera. Sempre attento e preciso nelle chiusure. Imposta pure in maniera discreta. Molto attento su Zaccagni, a cui a non concede mai la conclusione. È diventato un centrale di destra meritevole della maglia insieme a Luiz Felipe.

Acerbi 7: è ovunque. Il solito tuttocampista, questa volta per 90’, visto che sin dal primo tempo in diverse occasioni ha giocato da attaccante o da centrocampista aggiunto. In difesa è al solito un gigante. Un giocatore da clonare per intelligenza tattica.

Radu 6.5: era diffidato, viene ammonito nella ripresa e salterà la trasferta di Parma. Per il resto partita solida e tranquilla. Se la cava bene con un cliente non facile come Borino.

Lazzari 7: dopo l’ottima se non quasi perfetta partita contro la Sampdoria, anche stasera mette anima e cuore. Un Frecciarossa costante sulla fascia destra a preoccupare non poco il lato sinistro del Verona. Non riesce a trovare la zampata vincente ma è stato comunque prezioso (dal 71’ st Marusic 6: entra per far rifiatare il povero Lazzari, ormai stremato. Peccato che nel finale si è giocato quasi sempre a sinistra. Senza acuti, ma il suo rientro è comunque una nota positiva).

Leiva 7,5: è in un momento di forma straordinario. Corre appresso a ogni centrocampista clivense. Una diga davanti alla difesa. Nel finale di primo tempo va vicino al gol con una conclusione dal limite deviata in calcio d’angolo. Giocatore essenziale, ha in mano il centrocampo biancazzurro. Quando manca si sente, quando c’è si vede.

Milinkovic 7: prova di sostanza e di generosità. Sua la palla del match-point nel finale, non sfruttata per uno stop “quasi” perfetto su una palla difficilissima (se avesse segnato sarebbe crollato l’Olimpico). Giocatore spesso al centro di critiche ingiuste. Ora segna poco, è vero, ma ricordiamo sempre che è il suo sacrificio a giocare più arretrato che ha dato la quadratura perfetta a questa Lazio che sogna anche lo scudetto.

Luis Alberto 8: gli è mancato solo il gol. Silvestri in serata di grazia gli nega 2 volte la gioia personale con due parate da cineteca. Sfortunatissimo anche con i pali (ben due presi). Giocate di fino e tanti strappi in mezzo al campo. Devastante.

Lulic 6.5: corsa e generosità. Non è il capitano arrembante delle ultime partite, ma da’ comunque sempre il suo contributo. Presente in entrambe le fasi. Ci mette qualche attimo di troppo nel momento del cross (dal 71 Jony 6.5: interessanti i suoi cross come sempre. Bene in fase difensiva, mostra miglioramenti in quello che era il suo tallone d’Achille, ma deve ancora irrobustirsi negli uno contro uno).

Caicedo 6.5: partita più difficile rispetto a domenica scorsa, ma la pantera non tira mai indietro il gambone. Molto prezioso per le sponde, duetta bene con Immobile, forse oggi é stato un pochino più impreciso nel chiudere i triangoli (dal 84’ Parolo s.v).

Immobile 7: gli è mancato solo il gol, ma quanto è prezioso lì davanti. Corre senza sosta e senza dare punti di riferimento. Nel primo tempo Silvestri salva su una sua conclusione parando con un piede in extremis dopo uno spettacolare controllo del capocannoniere del campionato. Si sbatte senza sosta per la squadra. Meritata la fascia al braccio all’uscita dal campo di Lulic.

All. Inzaghi 7: un punto più utile alla corsa Champions che al discorso scudetto. + 11 su Roma e Atalanta, – 3 dalla Juventus e -1 dall’Inter. Oggi i suoi ragazzi hanno dato l’anima. La prestazione c’è stata, però non si è visto il solito forcing. La sfortuna dei pali (arrivati a 12 in questo campionato) e un super Silvestri hanno murato la porta scaligera. Questa Lazio comunque fa sognare anche quando pareggia, perché sarà una cavalcata da godersi fino alla fine.

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