di Arianna MICHETTONI (foto © Antonio FRAIOLI)

L’immagine di un treno in corsa: dicono abbia terrificato i primi passeggeri, presi da vertigine e sgomento, paura della velocità e dell’ignoto che quell’immagine sfocata, perennemente proiettata in avanti, restituiva con contorni sempre nuovi, mal del tutto definiti, fuggevoli di qualsiasi descrizione precisa. L’immagine di una Lazio in corsa: dicono abbia terrificato i primi (e gli ultimi) opinionisti, commentatori delle gesta di una squadra che chissà dove, perennemente proiettata in avanti, finirà; fuggevole di qualsiasi pronostico preciso.




L’immagine di un Lazzari in corsa, terrore dei suoi avversari, rombo di motori e polvere sollevata nell’uno contro uno, provvidenza del dominio biancazzurro: gli uomini della Lazio, tutti votati all’ideale di libertà – liberare il campo dell’Olimpico dall’avversario, ormai solo osservatore privilegiato del vento sollevato dalle esultanze dell’undici di Inzaghi.

IMMOBILE E CAICEDO, GEMELLI DI DOPPIETTA – Già tanto accade nei primi quaranta minuti – valevoli di tante partite intere, ed invece è poco meno di una metà partita Laziale: al 3’ la prima squadra della capitale è già in vantaggio con Immobile – il re che siede alla tavola rotonda, perché tutti nella Lazio hanno, al fischio finale, la stessa importanza. La Spal – avversario di giornata – tenta pure una reazione, tanto che all’8’ viene annullato il gol di Floccari per fallo in attacco. Poco importa: contro il destino nulla si può, e la Lazio, che è più forte del suo destino, è l’immagine di un treno – scrisse Baricco: i treni sono proiettili e sono anche loro esatte metafore del destino: molto più belle e molto più grandi; profetizzando, forse, l’essenza di Lazzari. Molto più bella e molto più grande è la Lazio: al 16’ c’è il raddoppio di Caicedo che finalizza l’azione di Luis Alberto e Lazzari, ribattendo in rete proprio un tiro finito sul palo di quest’ultimo. E così continua: l’area della Spal come ultima stazione, destinazione finale del viaggio in serie A Laziale – senza nostalgia dell’ultimo scatto che, tanto, diventa il penultimo. Al 29’ Ciro Immobile vale, da solo, il prezzo del biglietto per la partita e per il viaggio Lazio, portandosi a spasso Berisha prima di realizzare con un pallonetto delizioso. Al 31’ il palo di Di Francesco anticipa il paesaggio della traversa di Caicedo (colpita al 33’): in ogni caso sguardo rivolto al futuro e alla doppietta del 22 biancazzurro che piazza il pallone sotto la traversa dopo un fraseggio da urlo con Immobile. Così si chiude il primo tempo: meraviglia negli occhi e un groviglio nello stomaco legato allo straripante accelerare della Lazio.




PARTY ADEKANYE – La seconda frazione di gioco è aperta dalla sostituzione di Caicedo per Adekanye: un cambio che è un cambio alla partita intera, ai cori dello stadio (tutti a lui dedicati), agli equilibri in attacco. I compagni di viaggio, di squadra, di un pezzo di vita lo accolgono con metri, intenzioni e giocate in comune: Bobby deve far gol – e il gol, che nulla può se non obbedire alla metafora del treno in corsa, accade: su assist di Lazzari, binario ideale della Lazio, che lancia in rete il giovanissimo olandese e lancia tutti gli altri verso l’abbraccio strettissimo, come è la stretta al cuore di un’esultanza, sul 5 a 0, totale. Si riparte, vero, ma la destinazione Laziale è ben altra: non più i 30 minuti ancora da giocare, bensì mercoledì – altro crocevia della stagione, incrocio direzionale o bivio, poiché gli obiettivi stagionali sono due ed è inutile negarlo. Si giochicchia, Missiroli finisce sul taccuino dei marcatori, la Lazio termina le sostituzioni inserendo Jony e Vavro al posto di Lulic e Radu, Semplici concede a Murgia non solo minuti ma, quel che più conta, il meritato lungo applauso dell’Olimpico. Battere le mani a ritmo, a tempo, quello che l’arbitro tiene e lo porta a fischiare la fine al 90’ senza concedere nulla da recuperare: impossibile, infatti, recuperare la velocità della Lazio.




IL TABELLINO

LAZIO-SPAL 5-1

Marcatore: 3′, 29′ Immobile (L), 16′, 38′ Caicedo (L), 58′ Adekanye (L), 65′ Missiroli (S).

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Bastos, Acerbi, Radu (72′ Vavro); Lazzari, Milinkovic, Leiva, Luis Alberto, Lulic (61′ Jony); Caicedo (48′ Adekanye), Immobile. A disp.: Proto, Guerrieri, Silva, Marusic, Parolo, Minala, D. Anderson, A.Anderson, Lukaku. All.: Simone Inzaghi

SPAL (3-5-2): Berisha; Bonifazi, Felipe (67′ Zukanovic), Tomovic; Strefezza, Castro (75′ Valdifiori), Missiroli, Dabo (70′ Murgia), Reca; Floccari, Di Francesco. A disp.: Letica, Thiam, Vicari, Tunjov. All.: Leonardo Semplici

Arbitro: Antonio Giua (sez. di Olbia)

Assistenti: Santoro – Villa

IV uomo: Volpi. V.A.R.: Guida. A.V.A.R.: Fiorito

NOTE. Ammoniti: 43′ Milinkovic (L), 61′ Di Francesco (S), 80′ Missiroli (S). Recupero: 2′ pt.






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