di Arianna MICHETTONI

Tanto più si teme l’ignoto, quanto è ciò che meglio conosciamo a ferirci. Quelle situazioni da un “lo sapevo” recitato a memoria e poi invece no, non si sa mai. Quelle previsioni dove puoi prendere il motto vincente, il modo di dire – per modo di dire – e ripeterlo sbagliando le parole. L’ironia dilagante, tra biscotti e pantomime; poi sorridere amaramente perché, ahimè, c’è nulla da stare allegri. Si è piuttosto tristi, com’è triste l’approccio alla gara della Lazio e com’è triste l’epilogo europeo.




E mentre il cielo romano inzuppa di pioggia gelida l’asfalto e le coscienze biancazzurre, la riflessione si sposta sui frollini e l’equazione dell’inzuppo perfetto – che esiste davvero: l’altezza al quadrato del livello di innalzamento della bevanda nel biscotto in seguito all’immersione (L2) è uguale alla tensione superficiale del liquido (γ) moltiplicata per il diametro medio del poro di un biscotto (D) e per la lunghezza di tempo dell’inzuppo (t), il tutto diviso 4 volte la viscosità della bevanda (η). Grazie, scienziato Fischer, per aver spiegato che non è il biscotto a rompersi, è la pratica dell’inzuppo – quella che piace a tutti – a determinare la friabilità della frolla.




GNAGNON FA CALARE IL GELO – Il primo tempo è di una noia parzialmente distratta dagli assalti francesi: in possesso del campo, della palla e del gioco. La Lazio – o quel che resta della squadra che Inzaghi ha rimodulato con il turnover – è ai margini non solo della competizione, ma della partita tutta: non un tiro in porta, non uno spunto, e, a contarli, chissà quanti respiri in meno se comparati alle sette vittorie consecutive in campionato. Il Rennes giochicchia, gioca, mostra i limiti di una squadra che, privata di stimoli, non ricorda più che orgoglio e dignità vanno di pari passo. Di biancazzurro nei primi 45’ non vi è nulla, nemmeno il tanto decantato impegno che si richiede ai non-titolari (guai a chiamarli riserve!) per convincere chissà chi, chissà quando, ad invertire un ordine delle cose che forse di ordinato ha poco, di stabile ancora meno, ma funziona – nella sua precarietà funziona.
Da Celtic-Cluj, pure, tutto tace: e allora anche lo stadio del Rennes si perde in chissà quali pensieri, statistiche, minuti da far scorrere con palle lunghe e brevi rincorse simili al balletto di un pugile che sa che finirà al tappeto – dopo la minirissa del secondo tempo.
Al 30’ il gol di Gnagnon pone fine ad un lunghissimo sbadiglio: prima era freddo, poi cala il gelo. Per volere di un regolamento che se ne frega di una fine già scritta, si continua a giocare – seppur, ed è una certezza, il vero gioco sta in undici teste tutte prese a riflettere sulla diversa percezione dello scorrere del tempo e su come sia possibile, in alcune circostanze, che il minuto si svuoti dei secondi per assumere le sembianze delle ore.




LARGO AI GIOVANI – Il secondo tempo è l’occasione perfetta per dar libero sfogo alle pulsioni a lungo frenate: per la Lazio scende in campo Adekanye ed esordisce Luca Falbo – ed è una felicità imbarazzata, la sua.
Non una cronaca, ma la cronaca di un disastro annunciato: è disastroso persino il tentativo di Luis Alberto di essere coinvolto in una rissa, mentre Acerbi prega tutti di mantenere la calma. Ed è l’unico momento in cui, per qualcosa che non è un pallone e non è tecnica, si combatte. Il cartellino giallo risolve però la situazione, la stessa situazione già risolta in ogni caso dal vantaggio del Cluj contro il Celtic, che rende vana qualsiasi speranza – mai che ce ne fosse stata una. Quanto manca? Abbastanza da non impedire il raddoppio del Rennes, su doppietta di Gnagnon: arriva all’87’ mentre tutti, tutti, trascorrono quei tre minuti come il preludio ad un capodanno tutto laziale. Si inizia una nuova stagione, senza Europa League.

IL TABELLINO

EUROPA LEAGUE

RENNES-LAZIO 2-0

Marcatore: 30′, 87′ Gnagnon (R)

STADE RENNAIS (4-4-2): Salin; Boey, Gnagnon, Nyamsi, Doumbia; Da Cunha (77′ Del Castillo), Grenier, Léa Siliki (74′ Camavinga), Tait; Ghobo, Siebatcheu (70′ Niang). A disp.: Mendy, Da Silva, Morel​​​​​​​, Guitane​​​​​​​. All.: Julien Stephan.

LAZIO (3-5-2): Proto; Bastos, Vavro (74′ Falbo), Acerbi; Lazzari, Parolo, Cataldi, Luis Alberto (59′ Berisha), Jony; Caicedo, Immobile (68′ Adekanye). A disp.: Guerrieri, Luiz Felipe, Lulic, Correa. All.: Simone Inzaghi.

Arbitro: Srdjan Jovanović (SRB)

Assistenti: Uroš Stojković (SRB) – Milan Mihajlović (SRB)

IV uomo: Novak Simović (SRB)

NOTE. Ammoniti: 47′ Nyamsi (R), 58′ Luis Alberto (L), 58′ Salin (R), 84′ Jony (L), 89′ Cataldi (L). Recuperi: 1′ pt; 5′ st.






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