Stefano Di Chiara è intervenuto sugli 88.100 di ElleRadio nella trasmissione Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:
“Con mio fratello siamo nati e cresciuti nella Lazio e abbiamo poi vissuto un percorso diverso, lunghissimo, legato anche a quell’incredibile partita Roma-Lecce. Pensare che ancora oggi un idraulico non mi ha fatto pagare una riparazione perché, laziale, mi ha detto: “Tu mi hai già pagato”, riferendosi a quella vittoria del 1986. In quella partita la Roma si ritrovò anche in vantaggio, quindi l’approccio in realtà fu ottimale in quell’incontro: la sottovalutazione ci fu dopo, per i giallorossi forse un problema storico spesso è stato proprio quello di festeggiare gli obiettivi prima ancora di averli raggiunti. E’ un malcostume a volte anche generale italiano, in quel momento eravamo sottovalutati e già retrocessi, ma sono partite che nascono così, considerando poi che quella fu una stagione difficile ma i valori quel Lecce, con giocatori come Barbas e Pasculli, li aveva.”
“Noi abbiamo vissuto quella partita in maniera speciale, eravamo romani della Garbatella e giocavamo in Primavera con Giordano, Manfredonia, De Stefanis… eravamo ragazzi di Roma laziali e c’erano tutti i nostri parenti e amici a vederci all’Olimpico. Questo aspetto è venuto a mancare nel calcio moderno.”
“La partenza della Lazio quest’anno è stata deficitaria sotto molti punti di vista, con partite come quella con la Spal e il Cluj che lasciano tanti rimpianti. La partita con l’Atalanta ha rappresentato una svolta, ha aiutato a far recuperare autostima a un gruppo che gioca insieme da tanti anni. La Lazio è sicuramente una squadra da primi quattro-cinque posti, arrivare più in basso significherebbe fallire l’annata. La Coppa Italia ha salvato la scorsa stagione ma la qualità della squadra rivela la possibilità di lottare per obiettivi importanti. Purtroppo si giocano troppe partite una attaccata all’altra, va analizzata anche l’importanza dei ricambi e il peso che hanno sull’ottenimento dei risultati.”
