Gigi Cagni è intervenuto sugli 88.100 di ElleRadio nella trasmissione Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:




Credo che Simone Inzaghi, da ex calciatore, sa benissimo cosa accade quando si rientra in campo dopo la sosta. L’esplosione del caldo in modo esagerato, di cui si sono lamentati tutti, non ha sicuramente aiutato. Per fare grossi risultati è necessario essere al meglio della condizione psicofisica: il problema da risolvere è capire quando la squadra è in difficoltà e di conseguenza cambiare modulo all’occorrenza. A volte bisogna raccogliere ciò che si può quando non si è al meglio: mi sono divertito ad andare a vedere il Genoa che gioca semplice, tre passaggi e verticalizzazione. Poi c’è il Sassuolo che tiene palla 10 minuti e prende 4 gol.




Dobbiamo entrare nell’ordine dell’idea dell’importanza della forma fisica. Se ad esempio si è fatto lavoro di potenziamento fisico in vista di tanti impegni ravvicinati, chi va in panchina sta messo peggio di chi gioca dall’inizio. Il caldo è terribile ed è difficile avere la giusta scossa quando manca l’aria in campo. Non per niente il ritmo più alto ce l’anno in Inghilterra col loro clima fresco e piovoso. Poi non deve essere sempre una giustificazione, ma a volte i discorsi sull’estetica hanno stancato. L’importante sono i risultati, ieri il Milan ha vissuto una serata difficile ma la vittoria cancella tutti i dubbi. Si parla sempre del Milan di Sacchi, con giocatori eccezionali, ma anche loro a volte si gestivano perché non si potevano fare 60 partite l’anno al massimo.




Il Genoa mi ha divertito, Andreazzoli mantiene un ritmo alto ed aggressività almeno per un’ora, poi è uscita fuori l’Atalanta che ha sicuramente più qualità. Gioca un calcio semplice ed efficace con rapide verticalizzazioni, ha commesso però delle ingenuità condizionate anche da grande caldo che come detto in questa terza giornata non ha risparmiato nessuno. Per quanto riguarda le altre, nella Juventus Sarri è chiamato a capire che in una squadra come i bianconeri bisogna essere protagonisti a 360 grandi. Deve migliorare nel gestire le situazioni pubbliche, non lamentarsi alla prima avversità. E’ giusto però non pensare che i calciatori debbano impiegare mesi per capire ciò che vuole l’allenatore: non può diventare tutta una scienza, grandissimi giocatori dovrebbero essere più veloci nell’apprendimento.






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