di Gian Luca MIGNOGNA

(Pres. Comitato Consumatori Lazio)

 

L’8 Luglio sarà Sant’Aquila, la Lazio ed i Laziali potranno legittimamente festeggiare il proprio Santo Patrono.
Sarà un’esclusiva assoluta, in pieno stile biancazzurro, poiché quella capitolina è la prima società sportiva a poterne incensare uno.
In Italia ogni ente statale, regionale e locale ed ogni categoria sociale, lavorativa e professionale ha scelto una propria icona santificale.
Persino alcune attività agonistiche, a volte, hanno istituito un Santo Patrono a cui votarsi e devolvere le proprie istanze più intime.

Non così le società calcistiche o polisportive, anche perché oggettivamente non esistono icone santificale atte a celebrare una lupa, uma zebra o quant’altro.
La Lazio, viceversa, ab initio ha sposato i colori del cielo e così in ossequio alle sue origini, volgendo uno sguardo al calendario dei santi, ecco là che si scopre come Sant’Aquila, fedele seguace di San Paolo Apostolo e dedito al credo del “non mollare mai”, sembra quasi attendere la venuta dell’8 luglio per dispensare la propria benedizione alla Prima Squadra della Capitale, proprio a ridosso del consueto ritiro estivo pre-campionato.

Proposta dallo scrivente e condivisa dal Comitato Consumatori Lazio, l’icona santificale è stata ufficialmente adottata dalla S.S. Lazio il 7 Luglio 2018. Ecco il comunicato ufficiale della società capitolina, con cui Sant’Aquila è stato eletto quale Santo Patrono biancazzurro:

La data presente domani sul calendario sarà quella dell’8 luglio. Sarà il giorno dei Santi Aquila e Priscilla: la Prima Squadra della Capitale avrà quindi il piacere di festeggiare il proprio Santo Patrono.
Aquila, originario del Ponto, trasferitosi in tempo imprecisato a Roma, sposò Priscilla: i due, sposi e martiri, erano molto cari all’Apostolo Paolo per la loro fervente e molteplice collaborazione alla causa del Vangelo.
L’8 luglio ricorrerà quindi un importante evento, che rappresenta l’ennesima primizia assoluta del club biancazzurro: nessun’altra società sportiva può infatti vantare un’icona santificale”.

Come riporta “Avvenire”, Aquila e Priscilla erano due coniugi giudeo cristiani, molto cari all’apostolo Paolo per la loro fervente e molteplice collaborazione alla causa del Vangelo. Aquila, originario del Ponto, trasferitosi in tempo imprecisato a Roma, sposò Priscilla (o Prisca). L’apostolo intuì subito le buone qualità dei due coniugi, quando chiese di essere ospitato nella loro casa a Corinto.
I due lo seguirono anche in Siria, fino ad Efeso.

Secondo quanto riportato da “Famiglia Cristiana”, proprio ad Efeso misero la loro casa a disposizione della comunità per le adunanze del culto, facendone una “chiesa domestica” e ospitando Paolo, il quale, nella prima lettera ai Corinti scrisse di loro: «Molti saluti nel Signore vi mandano Aquila e Priscilla, con quelli che nella loro casa si adunano, dei quali sono ospite».

Niente si può asserire con certezza su tempo, luogo e genere di morte di Aquila e Priscilla, dato che le uniche fonti su di essi sono citazioni bibliche.
Alcuni identificano Priscilla con la vergine e martire romana Prisca e Aquila con qualcuno della Gens Acilia, collegata con le Catacombe, perciò secondo taluni i due sarebbero martiri per decapitazione.
In effetti il “Sinassario Costantinopolitano” chiama i due sposi “apostoli e martiri”, ma in realtà non vi sono prove sufficienti per il martirio.
Probabilmente, quindi, decedettero entrambi per morte naturale ad Efeso.

L’8 luglio biancazzurro non è poi così lontano, in ogni caso, perciò chi vuole cominci pure: Sant’Aquila, ora pro nobis…

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