Un solo voto contrario, quello di Claudio Lotito. Tre astenuti: Miccichè, Marotta e Balata. E così il codice di giustizia sportiva della Federcalcio supera il colle del consiglio federale e viaggia verso il Coni, che dovrà approvarlo nella giunta dell’11 giugno. Ma se nel secondo caso l’astensione dei due presidenti delle leghe e del dirigente interista diventerà sostanzialmente un sì quando fra lunedì sera e martedì mattina il testo potrebbe essere integrato da “piccoli ritocchi” (parole del presidente federale Gabriele Gravina) suggeriti dai club, il no del presidente della Lazio ha invece una ragione certificata anche dal comunicato finale, che parla di un “dissenso manifestato esclusivamente sull’articolo 142”. E che cosa dice questo articolo 142? Riguarda le disposizioni transitorie. “Quando lo leggerete capirete il perché”, dice Gravina. E allora leggiamocelo questo articolo. Al comma quattro viene scritto che “con l’entrata in vigore del presente Codice gli organi del sistema della giustizia sportiva permangono nello stesso ruolo e con le medesime cariche”. Quindi le norme cambiano, gli uomini almeno per il momento restano anche se il ricambio sarà presto all’ordine del giorno. C’è però una deroga, che riguarda la Corte federale di appello. Il nome dell’organo non cambierà, ma la sua “riorganizzazione” con una netta distinzione fra ruoli “consultivi” e ”giudicanti” porta a una sostituzione immediata: “Il Presidente, i Presidenti di sezione, i componenti delle sezioni giudicanti nonché componenti della sezione consultiva decadono dall’incarico all’atto della approvazione del Codice e permangono nelle funzioni sono alle nuove nomine adottate dal Consiglio federale”. In sintesi: al primo consiglio federale dopo il passaggio al Coni, si cambierà. “È una norma scritta male”, avrebbe detto Lotito per motivare la sua contrarietà. Una diversa lettura del suo dissenso porta ai rapporti ravvicinati del presidente della Lazio con Sergio Santoro, il presidente attuale (che si era comunque astenuto dal giudizio sul Palermo perché indagato in una vicenda giudiziaria), che quindi decadrà automaticamente. Che il rinnovo della Corte federale d’appello fosse un obiettivo per l’attuale gruppo dirigente della Figc lo dice anche un’altra vicenda, quella del playout prima abolito e poi ripristinato con la Salernitana inizialmente salvata e poi risucchiata nel rischio retrocessione. Per sbrogliare la matassa giuridica, la Federcalcio aveva deciso di chiedere un parere al Collegio di garanzia dello sport e non al suo organo consultivo. Visto il rischio che quel parere avrebbe potuto darlo lo stesso organo chiamato poi a giudicare. Per il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli l’approvazione del Codice è una grande svolta: «Senza forzare, un paragone mi sovviene, è il giorno della liberazione. È il tempo dell’autonomia, delle regole, della fine dell’epoca Fra’ ce penso io”. Quanto al Codice, Gravina lo presenta come strumento per “una giustizia veloce, efficiente, con la G maiuscola, moderno e al passo con i tempi”. Il vicepresidente Cosimo Sibilia aggiunge che “non c’è stata nessuna invadenza politica”. Fra le novità: l’accorciamento dei tempi (la procura federale dovrà iscrivere la notizia di illecito nell’apposito registro entro un mese), un maggiore garantismo, il tramonto praticamente definitivo della responsabilità oggettiva. Su questo punto, ha detto Giancarlo Viglione, il legale che ha lavorato sul testo, la novità è storica: se la società dimostrerà di aver fatto tutte le cose per bene nel suo modello di organizzazione, gestione e controllo approvato dalla Figc, la sua responsabilità potrà essere esclusa anche totalmente. Infine giro di vite non solo sui comportamenti violenti e irriguardosi verso gli arbitri: pure lo sputo rientrerà in queste condotte.

(Fonte: gazzetta.it)

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