Il portavoce della Lazio, Arturo Diaconale, quest’oggi è intervenuto anche ai microfoni di Radio Radio. Queste le sue dichiarazioni:
“Rimane aperta la questione dei due giocatori del Milan che hanno ostentato la maglia di Acerbi come un trofeo sotto la curva. Io credo sia giusto tenere un profilo più misurato e tranquillo in questa fase, invitando i tifosi a non cadere nelle provocazioni. Noi ci rimettiamo alla decisioni delle autorità federali. In questo momento dobbiamo mantenere un atteggiamento di responsabilità. Il campionato non è finito e la Coppa Italia nemmeno. Il rischio è che alcune polemiche possano innescare situazioni che poi ci potrebbero danneggiare. La morale di tutta quanta questa storia è che molto spesso, a differenza di quanto succede per altre squadre, che quando protestano ottengono risultati, noi quando protestiamo veniamo penalizzati. I conti li faremo alla fine. Certo la vicenda dei due giocatori del Milan che irridono la maglia scambiata in segno di amicizia, e anche di conclusione delle ostilità calcistiche, è una vicenda oggettivamente grave”.
“Alla luce di quanto avvenuto l’anno scorso, esiste la preoccupazione che possa esistere un percorso, che non si sa per qual motivo finisce col danneggiarci. Non dico che trovi conferme, ma indizi sempre più numerosi sì. Questa preoccupazione c’è. Quando tu becchi un rigore all’ultimo istante dove la vittima scagiona l’artefice del rigore, quando ti ritrovi che a te i rigori non li danno ma agli altri sì, qualche sospetto ce l’hai.I sospetti, diceva il Cardinale Bellarmino, sono l’anticamera della verità. Però i sospetti rimangono tali, anche se ti agiti non ottieni risultati concreti, anzi subisci conseguenze solo per averli sollevati. Perciò rispetto a questo bisogna mantenere un atteggiamento prudente. Da tifoso mi piacerebbe discutere di tante cose. Faccio un esempio: oggi Tare ha avuto una inibizione fino al 30 aprile per frasi irriguardose. Mi farebbe piacere sapere quali sarebbero queste frasi. Io so che Tare non ha detto nessuna frase irriguardosa, però la punizione ce l’ha avuta”.
“Nel campionato italiano esiste da sempre una sorta di gerarchia di potere, che fa il bello ma soprattutto il cattivo tempo. Rompere questa gerarchia non è facile. Si può farlo cercando di essere più forti delle avversità e sul campo. Le proteste possono funzionare solo se c’è la forza di rompere questo sistema gerarchico che esiste da tempo. Io credo che in questo momento comportamenti esagerati potrebbero compromettere il nostro cammino”.