Sulle illegalità legate allo Stadio della Roma il sindaco Virginia Raggi non poteva non sapere. Lo afferma il Codacons, che ha inviato negli ultimi due anni una serie di istanze e diffide al primo cittadino della capitale, mettendola a conoscenza delle tante illegalità connesse alla realizzazione dell’opera e denunciate dall’associazione.

Il progetto Tor di Valle è stato al centro di una serie di esposti e diffide inviate per conoscenza anche al sindaco Raggi – spiega il Codacons – Nello specifico tra il 2017 e il 2018 abbiamo recapitato a Virginia Raggi ben 6 atti relativi allo Stadio della Roma in cui denunciavamo criticità e aspetti poco chiari legati alla realizzazione dell’opera, documenti che avrebbero dovuto portare il Sindaco a disporre approfondimenti sul progetto.

Riteniamo pertanto difficile credere che il primo cittadino non conoscesse l’esistenza di irregolarità connesse all’iter per la realizzazione dello Stadio, e invieremo alla Procura di Roma tutti gli atti Codacons sul caso.

L’associazione – che chiede oggi le dimissioni del sindaco Raggi – presenta inoltre al Prefetto di Roma e al Ministero dell’Interno istanza di commissariamento del Consiglio Comunale, alla luce non solo dello scandalo che vede coinvolto Marcello De Vito, ma anche delle tante carenze dell’amministrazione capitolina che hanno aggravato il degrado della città e peggiorato la qualità della vita dei cittadini.

Basti pensare al caos rifiuti, con le strade trasformate in discariche a cielo aperto, ai rischi legati alla mancata manutenzione del verde pubblico, con gli alberi che crollano alla prima folata di vento, all’onnipresente problema delle buche stradali che ha provocato danni a migliaia di automobilisti e lesioni fisiche ai pedoni, passando per gli autobus che vanno a fuoco e per i trasporti pubblici del tutto inefficienti, solo per citare le principali criticità della capitale – conclude il Codacons.

(Fonte: Codacons)

LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.