di Jean Philippe ZITO

Cambiare 13 squadre nell’arco di una carriera calcistica non è da tutti. Per carità, c’è chi potrebbe obiettare che non ci troveremmo quindi di fronte ad una bandiera. Ma dividere lo spogliatoio, allenarsi, giocare nella stessa squadra di campioni del calibro di Nesta, Mancini, Vieri, Salas, Mihajlovic, Nedved, Boksic; Javier Zanetti, Jugovic, Pirlo, Seedorf, Recoba, Ronaldo “Il Fenomeno”… si può comunque considerare un successo.




Facciamo un passo indietro. Estate del 1993, Stefano Lombardi, diciassettenne friulano di Pordenone, viene ceduto in prestito dai dilettanti del Treviso alla primavera del Milan. Tra i suoi compagni ci sono Francesco Cozza, Massimo Oddo e Francesco Coco. Il giovane difensore centrale può ammirare in prima squadra, nel suo stesso ruolo, giocatori del calibro di Alessandro Costacurta, Mauro Tassotti, Marcel Desailly e le leggende Franco Baresi e Paolo Maldini.




Nel 1994 torna a Treviso dopo un’esperienza vissuta a pochi passi dall’Olimpo del calcio. Alla fine del campionato conquista con la squadra veneta la promozione in serie C/2 collezionando 30 presenze e un gol.

Altro giro, altra corsa. Nella stagione 1995/96 va in prestito al Bologna e racimola solamente 2 presenze, la prima delle quali il 26 Novembre del 1995, esordendo tra i professionisti a 19 anni. L’anno dopo torna al Treviso che, nel frattempo, era stato promosso in serie C/1 partecipando (con 22 presenze) alla cavalcata culminata con il raggiungimento della Serie B grazie al 1° posto in classifica.

Il 1° Luglio del 1997 Lombardi, grazie all’ottima annata precedente, viene ceduto al Genoa. La serie è sempre quella cadetta ma la piazza è certamente più affascinante.

Il più antico club del calcio italiano è pronto ad abbracciare il ventunenne difensore che lega fin da subito con il suo compagno di reparto (e di stanza) Davide Nicola. Durante quella stagione Lombardi raccoglie ben 30 presenze totali; 28 in campionato (mettendo anche a segno una rete) e 2 in Coppa Italia. E proprio nella Coppa nazionale, durante il match del 18 Agosto del 1997 contro il Monza terminato 1 a 1, gioca l’intera partita da terzino sinistro mostrando anche una certa duttilità tattica. Caratteristica che lo agevolerà nell’annata migliore della sua carriera da girovago, quella successiva.




Mondiali 1998. Italia contro Austria, terzo turno del gruppo C. Alessandro Nesta dopo poco più di 120 secondi dall’inizio della partita esce palla al piede dalla metà campo e, di gran carriera, si avventura fin quasi al limite dell’area austriaca. In un scontro di gioco con Heimo Pfeifenberger il giovane campione romano si procura la rottura del legamento crociato e la lesione del menisco. Una doccia gelata per la Lazio che sarà così orfana per 6 mesi del perno della sua difesa, proprio nell’anno in cui l’ambiziosa società del Presidente Cragnotti, sarà regina del calciomercato. Sempre nel gruppo C, infatti, i tifosi della Lazio hanno potuto ammirare nel primo match disputato tra Italia e Cile il neo acquisto per l’attacco: “El Matador” Marcelo Salas. Una doppietta nella gara d’esordio che strappa un sorriso ai supporters laziali. Ma la faraonica campagna acquisti/cessioni dell’estate 1998 fa vestire la casacca della prima squadra della Capitale a: Christian Vieri, il già citato Marcelo Salas, Dejan Stankovic, Sergio Conceicao, Ivan De La Peña, Sinisa Mihajlovic, Fernando Couto, Roberto Baronio e… Stefano Lombardi.

Acquistato per circa 500 milioni di Lire, il ventiduenne friulano viene inserito in una rosa di campioni per crescere alle spalle di giocatori d’esperienza. Si allena duramente per tutta l’estate, durante la quale si abbatte una sorta di maledizione sul reparto difensivo. Il 29 Agosto 1998 si gioca la Supercoppa Italiana a Torino tra la Juventus e la Lazio. Il precampionato non è stato dei migliori per quanto concerne le amichevoli. Brutte e sonore sconfitte, contro il Benfica il 7 Agosto (4 a 0 il passivo) e il 23 Agosto contro l’Atletico Madrid (3 a 0), vedono in campo per spezzoni di gara Lombardi. Quest’ultimo deve farsi trovare pronto perché la Lazio, nella finale contro i campioni d’Italia in carica, dovrà rinunciare a Negro per squalifica, Nesta, Pancaro, Favalli per infortunio e ha un Fernando Couto a mezzo servizio. L’umore dell’esigente ambiente laziale, dopo una preseason a dir poco titubante, è basso ma viene rianimato da una notizia clamorosa. Il 28 Agosto del 1998 Christian Vieri viene acquistato dalla Lazio per 50 miliardi dall’Atletico Madrid.




Il giorno dopo si gioca la Supercoppa e il popolo biancoceleste risponde in massa alla chiamata occupando l’intero settore ospiti dello stadio “Delle Alpi” di Torino.

Stefano Lombardi esordisce in una gara ufficiale con la Lazio, da titolare, nella partita che vale il primo trofeo della stagione. Un regalo del destino troppo grande da non poter sfruttare a pieno. Gioca come terzino sinistro l’intera gara in un’inedita difesa a 4 composta da Fernando Couto adattato come terzino destro, Giovanni Lopez e Sinisa Mihajlovic come centrali. Marcello Lippi, allenatore della Juventus, per intimorire il giovane esordiente schiera largo a destra Alessandro Del Piero. Ma Lombardi non soffre particolarmente i suoi avversari, facendosi trovare pronto negli interventi contro il 10 bianconero, Filippo Inzaghi e il campione del mondo Zinedine Zidane.

La Lazio fa sua la partita all’ultimo minuto, regalando nel giro di poco più di 4 mesi un secondo trofeo ai suoi tifosi dopo un lunghissimo digiuno. Stefano Lombardi dalla serie B con il Genoa quella notte solleva al cielo la Supercoppa da protagonista indiscusso.

Non lo sarà nel prosieguo della stagione. Infatti conclude l’anno con 3 presenze in Coppa Italia, 4 in Campionato e 2 nei quarti di finale di Coppa delle Coppe che festeggerà a Birmingham, il 19 Maggio 1999, con il resto della squadra.

Nella stagione successiva, 1999/2000, nutre il desiderio di giocare con più costanza e in quella Lazio non c’era possibilità. Per questo viene ceduto al Napoli in serie B a titolo definitivo. Con la squadra partenopea si ritaglia un buono spazio, accumulando 28 presenze totali (19 in Campionato e 9 in Coppa Italia). Poi un susseguirsi di trasferimenti lo vedono protagonista nell’estate del 2000. Così Lombardi, dal Napoli, torna alla Lazio che lo gira all’Inter (tutti trasferimenti definitivi) in un tourbillon di plusvalenze che hanno fatto discutere ma che sarebbero rientrati nelle regole.




Nella prima parte della stagione 2000/2001 Lombardi non scende mai in campo in partite ufficiali con l’Inter. Nel mercato invernale passa poi al Perugia e con il Grifo in serie A gioca solo 3 spezzoni di partita, concludendo un’annata decisamente storta.

Dal Grifo al Grifone. L’anno successivo, dopo essere stato riacquistato dall’Inter, torna a Genova sponda rossoblù in prestito; 19 presenze nel campionato cadetto, giocando sempre da titolare nel girone di ritorno. Il cartellino è ancora di proprietà dell’Inter che lo cede definitivamente all’Ancona.

Nel 2002/03 con 13 presenze in serie B partecipa alla promozione della squadra marchigiana in serie A. L’anno successivo però Lombardi gioca solamente 4 partite in massima serie. Nel 2004/05 al Catania trova nuova continuità con 15 apparizioni in serie B. Le grandi aspettative a livello professionale non vengono soddisfatte. Lombardi infatti continua a giocare nel campionato cadetto anche nelle stagioni dal 2005 al 2006 (Arezzo) e 2007 al 2009 (Modena), con una breve nuova apparizione in serie A con l’Ascoli nel girone di ritorno 2006/2007 (10 presenze).

Stanco di girare per l’Italia e martoriato dagli infortuni, appende gli scarpini al chiodo nel marzo del 2009 a 32 anni rescindendo il contratto con il Modena. Avrebbe potuto fare di più? Magari rimanere più tempo nella stessa squadra? Quesiti ai quali non è facile dare una risposta. Il dato oggettivo è che nel suo palmarès compare una competizione internazionale; in altri, di giocatori decisamente più blasonati, no.

Da qualche anno Stefano Lombardi è rientrato nel mondo del calcio dopo aver staccato la spina per un po’, allena nelle serie minori del Triveneto con la stessa genuina passione per lo sport che ama da sempre.






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