di Fabio BELLI

Hai sentito che ha detto la Raggi?” Quando la Sindaca parla conviene prestare attenzione, anche perché ogni dichiarazione ricorda la Madeleine di Proustiana memoria: roba già masticata, per intenderci. O in maniera meno prosaica, ricordi che riaffiorano alla mente, lucidi, chiari.




Così com’è chiara un’altra cosa: nessun discorso o valutazione politica in un Paese dove ormai anche quando si vota si vestono più i panni del tifo che quelli dell’obiettività. A ognuno le sue idee, qui si parla di Lazio e parlando di Lazio e Virginia Raggi, le incongruenze aumentano.

Sulla questione stadio i dubbi non mancherebbero, soprattutto sull’insistenza nel parlare di Flaminio: chissà perché questo gioiellino (che fa parte sicuramente dell’album dei ricordi di questa città, nel cuore anche di molti laziali) da 10 anni non riesce ad essere riportato agli antichi splendori, come ha ricordato prontamente la Lazio con un comunicato. Viene però da chiedersi anche perché non sia stato proposto a tempo debito anche alla Roma, visto che l’affare è enorme, gigantesco e solo la Lazio apparentemente non riesce a vederlo. Fa pensare che per lo stadio di Tor di Valle si stia passando da anni sopra tutto e sotto a tutto, per cercare invece di rifilare alla Lazio una situazione brutalmente compromessa, al di là di ogni aspetto sentimentale, senza neanche che il Comune si scomodi a pensare di occupare suolo pubblico per realizzare lo Stadio della Prima Squadra della Capitale.




Ma a questo ci ha già pensato la Lazio a rispondere. A noi preme sottolineare, dopo le dichiarazioni rilasciate oggi, la strana dissonanza tra le simpatie da tifosa della Sindaca. Che avrebbe il sacrosanto diritto di simpatizzare per la squadra che vuole, simpatie che nascono da ragazza, magari, negli anni in cui certo la carriera politica era ancora lontana. Nulla di male: così come la dichiarazione di oggi: “Mio marito e mio figlio sono laziali e io sono una forte simpatizzante della Lazio. All’ultimo derby abbiamo esultato tutti. Quando ero più giovane andavo in curva. Spesso mi concentravo più sugli spalti che sulla partita.




 

Peccato che in un evento organizzato da Roma Cares nel maggio 2018 la dichiarazione d’amore fosse stata diversa: “Vengo da una famiglia in cui mio marito è tifoso della Lazio, ma io ho una forte simpatia per la Roma con cui stiamo facendo cose importantissime. Lo stadio è in dirittura d’arrivo.” Insomma, la Sindaca ricorda un po’ una memorabile performance di Pippo Franco nell’epoca d’oro della commedia all’italiana. “Il tifoso, l’arbitro e il calciatore” il film in cui l’attore correva da una curva all’altra cambiando casacca al volo con una mitica giacca “double-face”

 

Volendo sdrammatizzare, forse l’arbitro è quello che più si addice alla Sindaca tra i ruoli del film. Parlando di stadio infatti, nonostante annunci e disponibilità sbandierate, l’imparzialità è perfetta: zero carbonella per entrambe le squadre della Capitale.






LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.