Il via alla carriera tra i pro di Thomas Strakosha in una serata milanese di settembre.




L’esordio non si scorda mai, è pacifico. Esordire alla Scala del Calcio è roba per pochi eletti: tra questi un certo Angelo Peruzzi. Un giovane ventunenne, alle spalle poche apparizioni in serie B e un’esperienza in Primavera certamente bella e positiva ma non certo un biglietto da visita allettante.

Una sconfitta sfortunata, qualche bella parata e qualche intervento rischioso e fortunato, poche colpe sui gol: poteva essere una partita una tantum da raccontare un giorno a figli e nipoti. Sarà solo la prima pagina di un libro neanche troppo da romanzare perché è affascinante già così com’è.




Sono passate una stagione, quasi un nuovo girone di andata, una Supercoppa alzata e una finale di Coppa Italia in più sul curriculum. Ma non solo: la titolarità conquistata e affermata nel club, come in Nazionale. E alla fine ritrovare il Milan è solo una tappa in più, non un ricordo troppo speciale, perché stavolta sarà all’Olimpico, quella che è diventata la casa di Strakosha e che regala serate belle, piacevoli ma non ancora elettriche e cariche come le ambizioni richiederebbero.

A dire il vero, lo stadio della sua Lazio, in questi anni ha fatto vivere serate diverse dall’ordinario: felici quelle dei derby di coppa, amare quelle contro Inter e Milan, come il 20 maggio scorso o come la semifinale ultima contro i rossoneri. Una serata che aveva visto Strakosha e Donnarumma sfidarsi in 210’ tiratissimi ed equilibrati fino ai rigori. Doppio 0-0 sul campo, poi dal dischetto due prodezze a testa, fino al tiro alto di Luiz Felipe.
Una delusione che fa crescere e che Thomas vorrà cancellare, senza mai dimenticare che di fronte al Diavolo rossonero è cominciata una storia, la sua storia.

(fonte: agenzia ufficiale ss lazio)






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