Chiara Insidioso è una vita spezzata il 3 febbraio 2014 giorno nel quale il suo “fidanzato” che qui non merita neppure di essere nominato la massacra di botte facendola entrare in coma.

Un caso di violenza, di violenza di genere e di violenza domestica che spezza la vita, le speranze, la gioia, le aspirazioni e il futuro di Chiara che dopo un coma di 304 giorni si stabilizza per ora ad un livello di minima coscienza.

Il brutale aggressore viene condannato a 20 anni di reclusione ridotti inspiegabilmente in appello a 16 ma la giustizia umana può solo punire comunque non ridare la vita a Chiara. La giustizia però agisce da deterrente e bisogna dare il massimo risalto alla pena detentiva che di fatto termina la vita dell’aggressore nella speranza che questa minaccia ne fermi altri.

Chiara Insidioso

Oggi vive una vita che non è una vita e solo un miracolo, che noi invochiamo con forza da nostro Signore, può restituirgli la vita. Nel frattempo ha bisogno di cure speciali che la pensione di invalidità inferiore a 300 € non possono garantirgli. Una pensione miserabile che lo Stato eroga con la mano sinistra mentre con la destra finanzia stipendi e pensioni da sogno di funzionari e politici spesso incapaci e corrotti. Per Chiara l’amministrazione Comunale del Partito Democratico e di Marino non hanno fatto nulla ma neppure quella del Movimento 5 stelle e della Raggi ha fatto nulla e in questo sono tutti colpevoli.

Chiara era ed è una tifosa della Lazio e il mondo Lazio cominciando dai suoi tifosi non la stanno dimenticando con iniziative speciali fatte solo di tanto amore e cuore. Chiara appartiene e apparterrà sempre al mondo Lazio un mondo fatto di sentimenti positivi e non di interessi di parte spesso ignobili.

La Lazio e il suo mondo danno fastidio per molti motivi ma soprattutto per confronto: chi non riesce ad ottenere risultati positivi spesso sceglie la facile via di denigrare chi si eleva sopra la media. Il mondo calcio è in dissesto sia nei valori che negli aspetti economici. La Lazio invece ottiene risultati di prestigio a fronte di bilanci sani e in ordine, paga con sacrificio i debiti con i Cittadini invece di fallire azzerando i debiti erariali come hanno fatto molte società cominciando da Napoli e Fiorentina, costruendo un modello virtuoso nel calcio.

Proprio per questo molti si scagliano contro la Lazio che non mantiene i tifosi, non ha rapporti con la criminalità organizzata, non “sostiene” media, giornali e giornalisti e tutti la penalizzano. Emblematico il recente caso “Anna Frank” adesivi creati anni fa dalla tifoseria romanista contro la Lazio e ripresi da 23 idioti che hanno ribaltato il messaggio verso il mittente. Quando queste figurine idiote furono fatte dalla tifoseria della Roma nessuno ne parlò mentre il gesto scellerato di 23 incoscienti laziali viene amplificato a dismisura dai media per colpire la Lazio che non è responsabile come accertato dalla giustizia ordinaria e sportiva ma anche questo non viene sottolineato dai media.

La Lazio con i bilanci attivi che vince è semplicemente una tragedia per le società indebitate sino al collo che neppure vincono a cominciare da Roma, Milan e Inter che sono i casi più clamorosi. Anni fa la proprietà della Lazio e del Parma furono coinvolti nel caso Parmalat Cirio ma dopo un risanamento totale la Lazio calcio è sopravvissuta e si è evoluta mentre il Parma che ha seguito lo schema tradizionale è scomparsa dalla scena naufragando fra ingenti debiti con tutti.

Il 23 aprile

Lunedì 23 aprile il mondo Lazio si ritrova ancora una volta per Chiara al Teatro Ghione a Roma in via delle Fornaci 37 un evento benefico al suo secondo appuntamento: il Premio Chiara Insidioso organizzato dal conduttore radiofonico Danilo Galdino con lo spettacolo teatrale dal titolo «Lazio 1915: Amore e Guerra».

L’intero ricavato sarà devoluto a favore di Chiara e l’appuntamento è lunedì 23 aprile alle 21 in via delle Fornaci 37. Per informazioni e prenotazioni lazio1915amoreeguerra@gmail.com o presso il teatro Ghione (06.6372294 info@teatroghione.it  388.0555349).

Quanti intendano effettuare donazioni in favore di Chiara potranno utilizzare l’unico conto Poste Pay Evolution autorizzato dal Tribunale Civile di Roma:

MAURIZIO INSIDIOSO MONDA

N. CARTA. 5333171050057765

COD. FIS. NSDMZL71P24H501N

Violenza e prevenzione

Massacrare di botte la propria compagna è un atto inqualificabile che deve essere prevenuto. Violenza è qualsiasi atto o atteggiamento che produce costrizione o sofferenza o danni fisici o psicologici direttamente o indotti su altri.

La violenza è illecito dominio di soggetti più forti su vittime più deboli per età, sesso, condizione sociale, cultura, possibilità e situazioni specifiche. La violenza si esplica in innumerevoli forme: le più odiose sono la violenza contro bambini, donne, anziani, quella di gruppo e del funzionario corrotto o inetto che prevarica i diritti del Cittadino.

La violenza è spregevole, un infamia che non ha MAI giustificazioni!

Il baluardo contro la violenza sono le leggi e il loro potere deterrente. L’opera della Polizia e della Magistratura è fondamentale nella tutela dei deboli e i provvedimenti restrittivi e le sanzioni arginano la proliferazione dei comportamenti deviati.

Le istituzioni devono però essere aiutate da tutti ed in modo particolare dalle possibili vittime perché la migliore tutela è la prevenzione che elimina il problema prima che si verifichi.

Prevenire la violenza significa percepire i segni premonitori dell’atto violento prima che questo si sviluppi.

Nel mondo animale il predatore irretisce ed ipnotizza la vittima dandogli falsa sicurezza e i soggetti violenti umani agiscono nello stesso modo. Saper riconoscere i segnali specifici consente di stroncare sul nascere l’azione violenta che sempre degenera in un’escalation che diviene rapidamente incontrollabile per la vittima. Il predatore al contrario insinua nel soggetto più debole l’idea che sia proprio sua la colpa di tutto e che spetti a lui risolvere il problema. Questo è assolutamente falso: una tecnica efficace del violento che minimizza la sua maggiore forza dando alla vittima l’illusione di un controllo che non ha. Una possibilità sempre efficace è l’allontanamento che non è mai una fuga ma una consapevole ritirata strategica che impedisce al violento di agire da una posizione di vantaggio. Da secoli i grandi strateghi sanno che non bisogna mai accettare uno scontro da posizioni svantaggiose e questa regola deve essere sempre tenuta in gran conto anche nelle piccole vicende quotidiane. Il soggetto debole deve immediatamente riconoscere le circostanze sfavorevoli per evitare il pericolo.

L’impegno dell’Università

L’Università San Paolo intende impegnarsi concretamente per aiutare ogni possibile vittima di violenza con uno specifico progetto di ricerca scientifico. Il primo passo è la predisposizione di una serie di autotest per consentire a chi è incerto su come agire di valutare in modo semplice. immediato ed anonimo se si è coinvolti in una situazione potenzialmente pericolosa fornendo aiuto prima dell’irreparabile. La violenza può causare danni fisici gravi, persino letali ma determina sempre conseguenze psicologiche gravissime di breve/medio/lungo periodo e difficile gestione e recupero. Una vittima di violenza può divenire  a sua volta violento. Molti  serial killer sono stati vittime di abusi e violenze in giovane età o familiari. Lanciare un sasso può avere conseguenze imprevedibili e il modo più semplice di evitarle è impedire che il sasso venga lanciato.

Prevenire significa sensibilizzare le possibili vittime a riconoscere i primi piccoli sintomi pericolosi in un’atmosfera di confortante anonimato che dà sicurezza, protegge la privacy e fuga il dubbio di “rovinare tutto”. I sintomi sono mascherati e resi ambigui dal predatore che insinua il dubbio nel soggetto più debole che il suo non sia affatto un comportamento violento, che ogni colpa è della vittima che possiede il controllo e può “sistemare tutto”. Non è così ma questo sottile meccanismo del predatore è molto efficace nel bloccare la vittima tormentata da dubbi ed incertezze che gli impediscono di contrastare la violenza non riuscendo a decidere se e come agire.

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