L’avv. Gian Luca Mignogna è intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olympia, nella trasmissione di Paolo Colantoni e Giorgio Cacialli, per aggiornare sugli ultimi sviluppi delle attività del Comitato Consumatori Lazio e della Class Action verso AIA e FIGC:




“E’ un momento molto importante, in cui abbiamo ufficialmente notificato l’atto di significazione e diffida previsto dal Codice del Consumo all’AIA ed alla FIGC, come preannunciato, ma anche alla UEFA, alla FIFA ed all’IFAB quali organi internazionali del calcio, sia per chiedere una corretta applicazione del protocollo VAR nei confronti dei tifosi/consumatori laziali che per mettere in luce l’incredibile sequela di errori arbitrali reiterati ai danni della Lazio, dovendo anche sottolineare che purtroppo tale dossier é stato oggetto di continuo aggiornamento. In questo senso c’è stato anche il nostro totale appoggio alla manifestazione indetta dalla Curva Nord in via Allegri, perché crediamo che quest’anno sia accaduto un qualcosa senza precedenti e sia giunto il momento che tutti i laziali si battano insieme, uniti e compatti.”




“Siamo dell’idea che per innovare il protocollo VAR e regalare maggiore trasparenza e maggiore equità di giudizio le possibilità ci siano eccome: per questo le abbiamo inserite nel nostro atto di diffida. A partire dalla opportunità di rendere pubblica la visione delle immagini che vengono sottoposte al vaglio dell’assistente Var. Sarebbe importante renderle di pubblico dominio, conoscendo la fonte dalla quale provengono e capendo come funziona la selezione, la gestione e la scelta delle immagini utilizzate dagli addetti alla review. Ricordo che per giorni abbiamo visto una sola inquadratura del presunto rigore di Bastos su Kolarov nel derby, che non ha sciolto alcun dubbio al riguardo, così come ancora non si è capito come sia stato possibile che agli arbitri non sia arrivato in tempo reale il filmato comprovante il gol di mano di Cutrone in Milan-Lazio. Un’altra innovazione che abbiamo prospettato é stata quella, come peraltro già avviene in altri sport, di permettere ai club la possibilità di poter avere a disposizione alcune chiamate VAR, per consentire all’arbitro la visione di eventuali episodi sfuggiti ad una sua corretta applicazione delle regole.”




“Non ci piace l’atteggiamento della classe arbitrale, sempre sottesa all’auto assoluzione: a volte non farebbe male ammettere qualche errore quando si sbaglia, è anche una questione di umanità e di rispetto verso i tifosi. Noi abbiamo inviato la nostra documentazione e la diffida: se non dovesse arrivare alcuna risposta ciò rappresenterebbe senz’altro un’ammissione di colpa da parte dell’AIA. Di sicuro se non dovessimo essere presi in considerazione, questa class action arriverebbe per direttissima in tribunale. D’altronde lo spazio che hanno dedicato alla nostra iniziativa il Corriere dello Sport, altri giornali nazionali ed alcuni dei siti laziali, non tutti stranamente, ma buona parte, dimostra che la questione è veramente importante e non può più esser lasciata sotto al tappeto.”






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