di Emiliano FOGLIA

Carlo Corsi negli Anni ’80 aveva acquisito una profonda conoscenza del settore vendite e marketing attraverso una esperienza di oltre 25 anni nei beni di consumo durevoli all’interno del Gruppo Zanussi-Electrolux. Successivamente, in Sèleco e Brionvega, era stato dapprima Direttore Generale, e successivamente Amministratore Delegato. Si avvicinava al calcio e ne cominciava ad apprezzare le potenzialità nel corso degli studi liceali condotti da interno presso il collegio “San Giuseppe de Merode” di Piazza di Spagna. «I miei compagni di studi erano quasi tutti laziali, (ricordava Corsi) anche per la loro estrazione sociale. Allora la Lazio era la squadra bene della Capitale». In seguito, il trentacinquenne Direttore Commerciale del gruppo Zanussi, a metà degli Anni ’80, con Chinaglia ritrovava il calcio della sua adolescenza e forte della sua esperienza manageriale e commerciale ne intuì le auspicabili sinergie in tema di sponsorizzazione con l’azienda che rappresentava. «Con la Lazio c’è stato oltre al rapporto d’affari un coinvolgimento emotivo che andava oltre il business pubblicitario Lazio/Gruppo Zanussi. Vivevo al nord, a Pordenone, dove tutti erano considerati sudisti, anche noi romani». Corsi seguiva il calcio romano da lontano, con i mezzi mediatici di allora e senza poterne condividere la passione con altri tifosi, fino a quando, grazie alle sponsorizzazioni, si presentava l’occasione di conoscere la prima squadra della Capitale dal vivo. La trattativa iniziale, quella della prima sponsorizzazione Sèleco, venne fatta dall’allora presidente della Zanussi Ing. Lamberto Mazza nel 1982, sotto la presidenza Casoni. Dopo il biennio Sèleco, a Corsi fu affidato il compito di gestire la nuova sponsorizzazione per il biennio successivo, con un altro marchio del gruppo, la Castor. «Nonostante (ricordava Corsi) un primo impatto non certo positivo, con Giorgio Chinaglia nacque poi rapidamente un vero e proprio rapporto d’amicizia. Nella trattativa relativa al rinnovo della sponsorizzazione Castor permanevano alcuni aspetti abbastanza delicati che ne frenavano la chiusura: da una parte la nuova linea di gestione commerciale della Lazio di Chinaglia che non agiva in continuità con quella della precedente gestione Casoni, dall’altra l’azienda rappresentata da Corsi che intendeva dare invece continuità all’investimento pubblicitario iniziato con il marchio Sèleco sotto la presidenza Casoni. C’erano poi da superare alcuni impegni onerosi presi dalla vecchia dirigenza nel quadro dell’accordo Sèleco. Successivamente, come è noto, i problemi si risolsero. Da un punto di vista manageriale Chinaglia mi colpí subito nonostante lo vedessi ancora in veste di giocatore, leader indiscusso dello scudetto del ’74. La scoperta di un Chinaglia manager, attento, propositivo e deciso fu una vera sorpresa. Era uomo di grande affabilità (dopo soli pochi minuti di colloquio si è passati dal “lei” al “tu”) e colpiva l’ammirazione nei suoi confronti dei suoi stretti collaboratori, soprattutto Pulici. Probabilmente l’esperienza nei Cosmos l’aveva formato e forgiato dal punto di vista manageriale tanto che ebbi l’impressione di avere di fronte un grosso interlocutore industriale, un collega di pari livello». Per quanto riguarda la squadra andò come sappiamo dal punto di vista dei risultati sportivi, ma Corsi ha sempre sostenuto che l’abbinamento dell’aquila stilizzata ai marchi Sèleco e Castor portò molta attenzione verso il gruppo Zanussi da parte del mercato di settore e conseguenti vantaggi commerciali. «I contratti (puntualizzava Corsi) Sèleco e soprattutto Castor furono molto validi per le rispettive aziende e vennero stipulati con la massima attenzione. Venne inserita anche una clausola di annullamento immediato del contratto di sponsorizzazione in caso di retrocessione. Tale clausola, però, non fu applicata in sede di retrocessione della Lazio in Serie B nella stagione 1984/85, perché l’azienda ritenne che anche in serie cadetta i ritorni pubblicitari fossero comunque appetibili. Pertanto lo sponsor Castor fu confermato anche nella stagione 1985/1986, ultimo anno di presidenza Chinaglia».

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