di Daniela BONFA’

Arturo Diaconale, portavoce della S.S. Lazio, è intervenuto quest’oggi sulle frequenze di Lazio Style Radio, anche e soprattutto per fare il punto della situazione dopo la duplice squalifica della Curva Nord per i prossimi impegni di campionato della squadra di Simone Inzaghi. Ecco le sue dichiarazioni:

“In merito alla decisione di squalificare la Curva Nord in occasione delle prossime due gare casalinghe, la Società ha predisposto il ricorso e speriamo che ci sia un ripensamento rispetto alla condanna. Le sentenze si debbono rispettare ed applicare, rispetto alle decisioni che sono state prese dalle autorità nessuno può fare un’opposizione che non sia quella del ricorso. Le sentenze si possono però analizzare e discutere; in tal senso, credo che la sanzione sia spropositata rispetto ad un referto che è quantomeno discutibile laddove parla di 2000 persone all’interno di un settore che conta 7000 persone totali. Non so come siano riusciti ad identificarli e quantificarli. Mi chiedo con quale criterio sia stata fatta questa valutazione, ma questo è un aspetto marginale. Questa sentenza è un’applicazione della norma che non tiene conto di una serie fattori, è un’interpretazione della legge: i latini dicevano “fiat iustitia et pereat mundus”, in questo caso si faccia la legge e si ferisca pure il pubblico della Lazio.

Mi sembra che quella che sia stata presa sia una scelta inquietante, pericolosa che danneggia chi si è abbonato, i tifosi; costituisce un vulnus che pesa sulle spalle della Società anche a livello europeo. Sui ‘buu’ razzisti bisogna avviare un discorso; ogni forma di razzismo va condannata, ma non è semplice identificarle da forme di contestazione dei tifosi. Ho seguito Lazio-Sassuolo e quando Berardi ha calciato il rigore, tutto lo stadio ha fischiato. Ma quello non era razzismo. Mi sembra che il razzismo sia stato mal interpretato, avendo i tifosi protestato contro la decisione dell’arbitro d’assegnare il calcio di rigore.

I ‘buu’ non li ho interpretati come una protesta per il colore della pelle di alcuni calciatori del Sassuolo, ma come una forma di protesta all’indirizzo dell’arbitro che non condannava l’animosità sportiva. Quali sono le differenze tra un ‘buu’ causato da istinti razzisti ed un ‘buu’ causato da istinti di semplice tifo o protesta? Mi sembra che su questo punto ci sia un pregiudizio politicamente corretto che ha colpito il mondo del calcio; il razzismo va contestato e condannato in ogni maniera, ma bisogna essere attenti ad identificarne i giusti fenomeni: altrimenti bastano poche decine di provocatori inseriti in qualsiasi stadio per determinare danni inenarrabili alle Società. Lancio un appello ai tifosi: Inzaghi ha rilevato pochi giorni fa l’importanza della presenza dei tifosi e si è augurato che questi possano accorrere allo stadio per sostenere la squadra che, in questo momento, sta dando grandi soddisfazioni ai tifosi, i quali meritano tali gioie. Ora, non danneggiamo la squadra, cerchiamo di essere responsabili e di dimostrare di essere una squadra forte ed una tifoseria all’altezza degli obiettivi che si sta ponendo. Se vogliamo andare in Champions League, credo che ci voglia lo sforzo dell’intera squadra, della Società, ma anche dei tifosi. Diamoci una mano e contestiamo le sentenze che possono essere sbagliate, ma pensiamo bene agli atti che dobbiamo compiere per non provocare altri errori.

Sappiamo che c’è un pregiudizio contro la Lazio, anche a livello europeo e lo abbiamo pagato nel corso degli anni ed anche in questo momento. Tutti si devono rendere conto che è necessario mantenere comportamenti adeguati, senza però lasciarsi calpestare nei propri diritti e nelle proprie garanzie. Questa penalizzazione credo sia oggettivamente eccessiva e frutto di una applicazione burocratica delle norme. Mi auguro che il ricorso possa far ripensare e rivedere questa decisione”.

(Fonte e Foto: sslazio.it)

LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.