di Fabio BELLI

Nel giorno del suo sessantesimo compleanno, il presidente della Polisportiva Lazio, Antonio Buccioni, ha tracciato per Laziostory un bilancio dell’attività stagionale delle società biancazzurre, con uno sguardo sempre teso al futuro:




Come giudicare l’attività stagionale della Polisportiva?I bilanci li faremo tra un paio di mesi, tra mille difficoltà abbiamo portato in porto due salvezze importantissime, quella del calcio a 5 e quella del rugby. La scherma è un’altra società che alberga stabilmente nel paradiso delle società italiane. C’è la squadra di calcio femminile che si sta giocando la coppa italia. Per la pallanuoto c’è la possibilità di doversi giocare i play out, anche valutando il calendario. Sono stati lasciati due punti pesanti a Napoli.




Quali saranno i prossimi passi?Tutte le sezioni cercano, nei limiti delle loro possibilità di crescere, considerando anche l’eccezionale congiuntura negativa dell’economia. Per le società di calcio a 5 e di rugby credo sia arrivato il momento di una tranquilla ma approfondita disamima della situazione per affrontare la prossima stagione con tranquillità.




Ci sono davvero margini per affidare lo stadio Flaminio, ristrutturato, all’attività della Polisportiva?Ripeto quello che sto dicendo da un mese e mezzo. Ci sono elementi chiari sulla tematica: il Flaminio non è assolutamente utilizzabile dalla Lazio Calcio. Dico sempre che il 19 settembre del 1965 sono stato battezzato alla religione della Lazio allo stadio Flaminio, ma sono troppe le carenze. La Lazio come società in generale ha un grande interesse socioculturale affinché l’impianto mantenga la sua struttura come impianto sportivo, vederlo utilizzato per usi commerciali svilirebbe la cosa. Io scrissi due lettere alla giunta presieduta dal sindaco Marino in cui ipotizzavamo come il Flaminio potesse ospitare manifestazioni dal pubblico limitato. Il nostro interesse è fondamentalmente culturale.




Mesi fa ci aveva parlato della possibilità per la Lazio Pallanuoto di reclamare degli scudetti passati, alla stregua di quello che sta accadendo per il titolo 1915 nel calcio…Ci siamo sentiti con il presidente della FIN, il senatore Paolo Barelli, stiamo predisponendo una documentazione che per un verso si basa su ciò che scrive il più importante storico del nuoto italiano, Aronne Anghileri, che ricostruisce con grande precisione l’attività della Lazio di quegli anni. C’è poi un discorso particolare relativo al 1945, un campionato vinto, ma inassegnatoci per un ricorso della Rari Nantes Napoli senza possibilità di attribuzione alla società partenopea e con un successivo provvedimento di non aggiudicazione.






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