Gigi Simoni è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione Laziali On Air per commentare il ko della Lazio nel posticipo serale contro il Napoli:




Ieri si è vista una partita che ha messo in evidenza lo strapotere del Napoli a livello di gioco, prestanza fisica e organizzazione. Essendo un doppio ex che idea si è fatto della squadra di Sarri?Ultimamente la Lazio giocava con una sicurezza piacevole a vedersi mentre il Napoli ha disputato ottime partite ma senza mostrare una grossa continuità, invece ieri è successo l’esatto contrario con i partenopei che hanno dominato soprattutto nel primo tempo mentre i biancocelesti hanno reagito solamente nella ripresa quando ormai era già tardi. In ogni caso parliamo di due squadre che godono di buona salute anche se ieri il Napoli si è espresso sicuramente meglio sul terreno di gioco.”




Cosa l’ha impressionato di più di Simone Inzaghi? Assieme a Gasperini è il mister rivelazione di questo campionato, a inizio stagione nessuno prendeva in considerazione Lazio e Atalanta per l’alta classifica.Di Inzaghi mi ha colpito come sia riuscito a valorizzare la rosa facendo grandi cose, gran parte del merito della stagione positiva va sicuramente all’allenatore perché riesce a dare una gran carica ai suoi giocatori e a sfruttare al meglio i cambi e la qualità dei suoi elementi, sa trovare il modo di incoraggiare i suoi a dare il 100%. Ma quando si affrontano squadre più forti può capitare di perdere, la classifica rimane comunque ampiamente positiva e non viene cancellata da questo KO.




In merito a quello che abbiamo vissuto di straordinario la scorsa settimana per il derby (dove per la prima volta abbiamo esultato dopo aver perso al novantesimo), crede che per una formazione come la Lazio, per come si erano messe le cose la scorsa estate, se riuscisse a vincere la Coppa sarebbe un traguardo grandioso? “Certamente, la Lazio sta offrendo un calcio che dà una certa sicurezza giocando con attenzione ed esprimendo quello che vuole, grazie a degli elementi giovani e validi che possono ancora crescere grazie al lavoro del mister. Ho dei bei ricordi legati alla società biancoceleste, in particolare alla tifoseria che tuttora continua a esprimere molto affetto nei miei confronti e la cosa mi fa davvero tanto piacere.




Lei ha cominciato la sua carriera di allenatore nel 1975 con il Genoa, squadra che andremo ad affrontare sabato pomeriggio al Ferraris. Che tipo di partita sarà, visto che troveremo un club in grossa crisi che ha appena esonerato Mandorlini per affidarsi nuovamente a Juric che si era comportato molto bene nel girone d’andata prima che la società smantellasse la squadra? “Sicuramente mi aspetto una reazione per diversi motivi: una squadra come il Genoa non può fare una serie così lunga di sconfitte e merita di stare più in alto in classifica, evidentemente il cambio di allenatore non solo non è servito ma ha addirittura reso l’ambiente ancora più cupo e negativo, si tratta di una piazza storica che merita di essere trattata meglio. Quando incontro due squadre che ho allenato spero che pareggino così mi tolgo il pensiero.”




A proposito di squadre importanti che lei ha allenato, l’ultima domanda è sull’Inter: è così particolare questo ambiente nerazzurro da qualche anno a questa parte? Ieri ad esempio c’è stato lo scivolone contro il Crotone che ha complicato il cammino per tornare in Europa. Qual è il suo pensiero? “Indubbiamente questa squadra non riesce a tirarsi fuori dai guai, anche se potenzialmente ha dei grandi campioni non ha mai trovato un’unità di gruppo. A inizio stagione hanno sbagliato la scelta dell’allenatore, non bisogna mai affidarsi a uno straniero se non lo conosci nei minimi dettagli, il campionato italiano è unico nel suo genere e non è facile adattarsi per chi viene dall’estero. Pioli era partito bene e sembrava avesse trovato il bandolo della matassa, ma alla fine i nodi vengono sempre al pettine e in questo hanno parecchie responsabilità i giocatori che non sono ancora riusciti a trovare un vero sistema di gioco, non puoi non vincere con squadre come Sampdoria e Crotone se vuoi puntare alla Champions League. Io ho avuto la fortuna di allenare una squadra fortissima con campioni che non mi hanno mai creato problemi a livello comportamentale, vincendo una Coppa Uefa e arrivando secondi in campionato (per modo di dire), se la rosa è attrezzata per conseguire determinati risultati prima o poi arriveranno.






LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.