Eugenio Fascetti è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Vincenzo Oliva.
– Il calcio giocato si ferma per le nazionali e quindi aumentano le chiacchiere, però ci tengo a parlarle di questa bella Lazio e di Simone Inzaghi, un giovane mister di 40 anni alla prima esperienza in Serie A che settimana dopo settimana ha impressionato tuti quanti. Che idea si è fatto del ragazzo e del suo sistema di gioco? – Inzaghi è un allenatore che varia abbastanza, ed è un lato positivo, comunque sono i risultati a parlare per lui, penso che non potesse fare meglio di così.
– Quindi le vere sorprese del campionato sono Lazio e Atalanta? – Assolutamente sì, ora le aspettiamo alla riprova, perché giudicare un allenatore al primo anno è difficile, bisogna vedere se saprà confermarsi anche la prossima stagione e nell’arco dei prossimi anni, per adesso a Inzaghi do 8 come voto.
– Crede che i giovani mescolati ai più esperti siano la chiave che faccia la differenza? Inzaghi ha lanciato tanti prodotti del vivaio dandogli fiducia. – La Lazio è una squadra che con Pioli sarebbe arrivata quarta o al massimo terza, quindi non credo sia cambiato molto con l’arrivo di Inzaghi che si sta rivelando un allenatore molto attento a lanciare i giovani, del resto li conosce molto bene visto che ci lavora dai tempi degli Allievi. In particolare mi piacciono Milinkovic-Savic e Murgia, sugli altri non mi esprimo.
– Siamo rimasti piacevolmente colpiti dalle prestazioni di Immobile, sapevamo che fosse un ottimo attaccante ma dopo due stagioni di appannamento nessuno poteva immaginare un impatto così forte nella Lazio. Cosa l’ha colpita? – Immobile è un giocatore fin troppo generoso: corre tantissimo, fa reparto, va sempre a caccia del pallone, apre varchi. Si è rivelato sicuramente una piacevole sorpresa, peccato non sia riuscito a sfondare all’estero, ma la Lazio è stata brava a prenderlo e a rilanciare la sua carriera.
– Lei ha avuto a che fare con un giocatore molto estroso come Antonio Cassano. Come avrebbe gestito Keita? – Averne di giocatori come Cassano, Keita e Felipe Anderson! Basta con questi ragionieri che giocano facendo solamente tic-toc. Se non sei un allenatore in grado di gestire degli elementi un po’ turbolenti fai prima a mandarli via, anche se sarebbe un vero peccato.
– Quest’anno è un campionato particolarissimo, molto avvincente soprattutto per quanto riguarda la corsa all’Europa. Le due milanesi che hanno avuto problemi nel corso dell’annata possono riuscire a strappare un posto? – In Champions League sicuramente no, qualche chance ce l’hanno per l’Europa League esattamente come Lazio, Atalanta e Fiorentina.
– Per quanto riguarda la nazionale sta nascendo un nuovo ciclo con tanti giovani di talento. – Secondo me tra un paio d’anni avremo una grossa nazionale, i presupposti per creare un gruppo di campioni ci sono tutti, siamo coperti su ogni reparto e la coppia d’attacco Belotti-Immobile può far sognare, messi insieme si completano e possono mettere paura a chiunque perché sono cattivi agonisticamente, sempre affamati di gol.
– Dei giovani alla ribalta chi l’ha impressionata di più? – Dell’Atalanta sono quasi tutti stranieri, mi ha impressionato Gagliardini che nel giro di pochi mesi è passato all’Inter diventando uno dei titolari inamovibili con estrema disinvoltura, dimostrando tanta personalità.
– Un’ultima domanda per quanto concerne il calcio europeo: è rimasta solamente la Juve in Champions, crede che il divario tra noi e gli altri campionati sia così siderale? È un discorso di mentalità e motivazioni? – Non mi sembra, l’Inghilterra ha solamente il Leicester in Champions e il Manchester in Europa League, per cui… E non dimentichiamoci che due anni fa la Juventus arrivò in finale e lo scorso anno venne eliminata dal Bayern Monaco uscendo a testa altissima, sfiorando il passaggio del turno.