di Arianna MICHETTONI

Quanto spesso, nei lunghi giorni che precedono il derby, si ha l’intenzione di volgere le proprie emozioni, le proprie sensazioni, nel confortevole ricordo del passato? È una pratica consueta, consolidata, quasi banalizzata: ognuna delle due opposte fazioni rievoca le precedenti partite, i risultati trascorsi, gli scontri che maggiormente caratterizzano l’euforia legata a questo match. Gli scontri, quindi: eppure… Forse non tutti sanno che, nella lunga storia delle due società capitoline, ci furono alcune occasioni in cui giocatori di Lazio e Roma giocarono uniti sotto un’unica divisa per rappresentare l’Urbe. Orrore, lesa maestà, vilipendio ed oltraggio alla casacca! Ma accadde per la prima volta il 26 Dicembre 1928, in una partita in cui ad affrontare i cechi del Viktoria Zizkov ci fu una squadra mista formata da giallorossi e biancocelesti; 4 a 2 fu l’esito finale della partita: i cechi si portarono subito in vantaggio con Novak (poi autore di una doppietta), ma la reazione dei capitolini fu travolgente e a trafiggere Zeman, il portiere avversario, furono prima Volk (sceso in campo per la rappresentativa romana), poi Pardini (Lazio) e Fasanelli (Roma).




Ancora, il 1 Gennaio 1929, la rappresentativa romana sfidò l’Hungaria in una partita che però si concluse 4 a 3 a favore degli ungheresi: il match, disputato sotto una pioggia incessante che rese il terreno pesante, fu condotto dall’Hungaria grazie alla doppietta nel primo tempo di Hirzer e al goal di Molnar; ad accorciare le distanze fu Fasanelli, servito da Bernardini, poi Hirzer realizzò la sua terza rete – nel finale le reti di Bernardini e Chini non bastarono per completare la rimonta. Entrambe le partite furono disputate allo Stadio Nazionale, e la squadra di allora indossò, per l’occasione, una maglia bianca recante una lupa blu ricamata sul petto – a completare la divisa di gioco erano i calzoncini neri. L’eccezionale evento si ripeté nuovamente il 26 Dicembre 1930: durante una tournée natalizia di squadre straniere in Italia si venne a formare nuovamente una rappresentativa romana per affrontare ancora gli ungheresi, stavolta del Sabaria. La partita, disputata a Campo Testaccio – dove i capitolini scesero in campo con i colori giallorossi –, fu vinta dai padroni di casa per 3 a 2 e tuttavia il risultato non mancò di evidenIare la mancata intesa tra giocatori di Lazio e Roma – che quindi, si evince, ha un radicamento storico profondo e assai significativo.




Il 16 Aprile 1944 fu invece organizzato un incontro che mirava a mettere di fronte i migliori giocatori del settore calcistico romano: da una parte la squadra degli “Assi”, composta da giocatori selezionati tra le file di Lazio e Roma; dall’altra i “Giovani”, giocatori promesse del calcio capitolino. La squadra dei grandi campioni, in casacca biancoazzurra, si portò subito in vantaggio e dopo mezz’ora di gioco il risultato era già sul 3 a 0; ma incredibilmente i “Giovani”, in maglia giallorossa, riuscirono a rimontare le tre reti portandosi sul risultato finale di 3 a 3.




Il 4 Febbraio 1945 le due squadre capitoline diedero vita ad una formazione mista per affrontare, per iniziativa benefica, una rappresentativa inglese formata dai militari della British Army. Il match si disputò allo Stadio del Partito Nazionale Fascista; i romani, scesi in campo con maglia bianca e calzoncini neri, ottennero la vittoria per 3 a 1 sui britannici.
Nel 1973 i giocatori delle due squadre tornarono ad unirsi sotto un’unica livrea per sfidare, il 1 Novembre, il CSKA Mosca: i russi sconfissero per 1 a 0 la rappresentativa mista capitolina, e i giocatori di Roma e Lazio – che indossavano una maglia bianca con tre bande verticali rossa, blu e gialla e dei calzoncini bianchi, delusero i tanti presenti allo stadio dimostrando poca intesa e scarso impegno.




L’ultimo incontro, ad oggi, in cui le due squadre scesero in campo con formazioni miste fu giocato il 16 Novembre 1979, quando venne disputato un derby per ricordare la tragica morte di Vincenzo Paparelli. Con questa carrellata storica – da cui i guru dell’opinione biancoceleste non potranno trarre sicuramente nessuna statistica, forse però una nuova idea di calcio – si va quasi in parallelo con il concetto giusto ed universale che definisce il derby capitolino come uno dei più accesi di Italia, a causa della forte rivalità che intercorre tra le rispettive tifoserie – e per l’alterigia indotta nei componenti delle rispetto formazioni. Eppure – può fare inorridire, può fare sorridere – persino nella contrapposizione più estrema vi è un principio, un fondamento comune: la speranza è che possa essere trasmesso e tramandato, al pari di numeri e cifre legate a questa partita.




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