di Alessandro DE CAROLIS
“La Roma è nata in serie B”. È questa la clamorosa notizia della mattinata che sta facendo sognare ad occhi aperti il popolo biancoceleste. Stamane “Il Tempo” ha gettato nel caos tutta la città portando alla luce una relazione del prefetto capitolino datata Maggio 1927 (documento scoperto dal “Centro studi Nove Gennaio Millenovecento”). In tale relazione si certifica la retrocessione dalla massima serie alla I Divisione (l’attuale Serie B) della Fortitudo e dell’Alba (le squadre dalla cui fusione nacque la Roma). La data dimostra come questa retrocessione avvenne poco prima della nascita del club giallorosso (chi dice il 7 Giugno e chi il 22 Luglio 1927) e quindi come la società sia nata ufficialmente in I Divisione (Serie B). I giallorossi infatti furono ripescati in Divisione Nazionale (attuale serie A) solo poco prima dell’inizio della stagione 1927/28 a causa della fusione della Sampierdarenese e dell’Andrea Doria di Genova (entrambe nella massima serie) in un unico club: la Dominante. Ecco quindi che nella riunione del 24/25 Agosto i gerarchi Ferretti, Arpinati e Foschi decisero di ampliare il campionato da 20 a 22 squadre facendo così salire Roma, Napoli e Cremonese. Un ripescaggio a tutti gli effetti che quindi getta ancor più dubbi ed ombre sul passato giallorosso. Di certo il popolo laziale sta vivendo come realtà uno dei suoi sogni più belli mentre il popolo giallorosso deve incassare il colpo e cercare nuova chiarezza sulle sue presunte origini.
QUESTO L’ARTICOLO INTEGRALE APPARSO SULL’EDIZIONE ODIERNA DE IL TEMPO A FIRMA DI LUIGI SALOMONE:
“La notizia farà discutere. I romanisti si infurieranno, i laziali sorrideranno. Storia vecchia, libri ingialliti ma la realtà è in un documento del 31 maggio 1927 scoperto dal «Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento». La relazione del Prefetto di Roma certifica la retrocessione di Fortitudo e Alba, costole della futura Roma e la supremazia della Lazio in città. Giallorossi nati in serie B e poi ripescati solo grazie all’allargamento della Prima Divisione. Il documento portato alla luce dal «Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento» fotografa il calcio della capitale a pochi mesi dalla fondazione della Roma nel 1927, precisamente il 31 maggio. Si tratta di una relazione del Prefetto della Provincia di Roma, su richiesta del Governatore della città che riassume la situazione delle squadre proprio nel periodo in cui il generale Vaccaro, gerarca fascista considerato un eroe dai laziali, impedì la fusione con i nascenti giallorossi (ieri il club biancoceleste ha celebrato sul sito l’anniversario della sua nascita nel 1892).
Il prezioso carteggio fa parte della corrispondenza intercorsa tra il Comune e la Lazio, in relazione all’interesse di quest’ultima a rilevare l’adiacente campo di gioco del Roman alla Rondinella, al fine di poter finalmente costruire un impianto più grande e confortevole, in grado di ospitare anche le partite internazionali (insomma già a quei tempi c’era un problema stadi a Roma proprio come ora).
Il Prefetto, nella sua disamina, esordisce lamentando in primo luogo la presenza nella capitale di «troppe società di Calcio». Continua sottolineando la circostanza che la Fortitudo Pro Roma e l’Alba, «a seguito degli insuccessi ottenuti durante l’anno calcistico, sono state retrocesse alla Prima Divisione», mentre «la Società Sportiva Lazio, presentatasi al girone del Torneo di Prima Divisione Nazionale, con una squadra modesta, ma disciplinata e animata da vera passione sportiva, seguita con interesse e simpatia dalla cittadinanza, ha ottenuto di poter rappresentare i colori della Capitale nelle competizioni della maggiore Divisione Nazionale». In sostanza la Roma nacque in serie B (la data è ancora incerta) o meglio le squadre che si fusero erano state retrocesse e poi ripescate.
Al termine del campionato 1926-1927, il club appena sorto avrebbe dovuto partecipare al Torneo di Prima Divisione ( Serie B). Tuttavia, a seguito della inaspettata fusione della Sampierdarenese e dell’Andrea Doria di Genova in un’unica società, La Dominante, si liberò un posto in Divisione Nazionale. Dopo varie discussioni sulle soluzioni da adottare, nella riunione del 24-25 agosto, i gerarchi Ferretti, Arpinati e Foschi decisero di ampliare la Divisione Nazionale da 20 a 22 squadre, ammettendo la Cremonese, il Napoli e la Roma che non avrebbero dovuto partecipare: un ripescaggio vero e proprio, un episodio oscuro che le carte ingiallite hanno restituito alla storia.
Inoltre il Prefetto spiega che «fra le squadre di questa città v’è inoltre il Foot Ball Club di Roma (Roman, colori giallorossi, ndr) che in effetti ha raccolto sempre modestissimi risultati ottenuti senza mai destare il minimo interesse nel pubblico cittadino. Chi si è presentato al campo a tifare ha assistito solamente a mischie inconcludenti e spesso violente di atleti, alternate a schiamazzi ed invettive di spettatori, tal che spesso le Autorità di Pubblica Sicurezza hanno dovuto intensificare i servizi di vigilanza per impedire maggiori violenze».
Il Prefetto pone l’accento sul fatto che l’unica compagine meritevole di considerazione da parte della Pubblica Amministrazione è – sotto ogni profilo – la Lazio, la quale è l’unica a godere del seguito della cittadinanza e merita di rappresentare Roma nell’ambito del panorama calcistico nazionale. La circostanza che la Lazio venga considerata la più importante società calcistica romana, consente di apprezzare ancor di più la ferma resistenza opposta dai dirigenti laziali – ed in primis da Giorgio Vaccaro – ad una fusione che avrebbe visto scomparire nome, simbolo e colori della società biancoceleste in favore di altre squadre a lei inferiori sotto ogni punto di vista.
Per concludere, va ricordata la ricerca effettuata da Piero Strabioni, secondo il quale, al termine della stagione 1926-1927 e dunque nell’imminenza della fusione, il predominio della Lazio nei confronti delle altre squadre della capitale risulta schiacciante: su 143 derby cittadini disputati, i biancocelesti possono annoverare ben 114 vittorie, 13 pareggi e appena 16 sconfitte. Strabioni evidenzia altresì come, al momento della fusione, nella capitale siano già presenti almeno ventotto squadre di calcio, e precisamente: S.S. Lazio 1900; Forza e Coraggio 1901; Società Ginnastica Universitaria Romana 1901; Veloce 1901; Esperia 1902; Libertas 1902; Virtus 1903; Fulgur 1903; Lampo 1903; Roman 1903; Atalanta 1905; Audace 1905; Cristoforo Colombo 1906; Virentes 1906; Spes 1906; Robur 1907; Voluntas 1907; Ausonia 1907; Enotria 1907; Ardor 1907; Alba 1907; Fortitudo 1908; Juventus Romana 1910; Unione Sportiva Romana 1911; Pro Roma 1912; Esquilia 1919; Tiberis 1919. Vittoria 1920, Romulea 1921. Nel 1927 la fusione, nasce la Roma che viene ripescata, la Lazio si chiama fuori, il resto è storia attuale, un derby infinito.“