di Daniela BONFA’

Tutti abbiamo sempre affermato che la Lazio avrebbe bisogno di un museo per raccontare la sua storia ultracentenaria. Tanti collezionisti hanno raccolto cimeli e materiali di ogni tipo, ma fino ad oggi tutto ciò è rimasto solo ad esclusivo appannaggio dei possessori o al più è stato esposto in qualche mostra sporadica o su alcune gallerie virtuali del web.




Raffaele Galli ha sì creato un sito dove ammirare la sua collezione, www.eaglesgallerylazio.it, ma da qualche tempo ha anche allestito nel suo appartamento una esposizione permanente dove ogni laziale, su richiesta, può andare ad ammirare cimeli, maglie, medaglie, palloni, fotografie, giornali, scarpini, fino alla più piccolo oggetto che proietta il visitatore nel fantastico mondo biancazzurro e lo fa tornare indietro nel tempo per rivivere quelle emozioni un tempo vissute sugli spalti.

Noi di Laziostory.it abbiamo visitato la collezione di Raffaele Galli, scattato tante foto in loco e non abbiamo perso l’occasione per fargli qualche domanda.




Raffaele come nasce l’idea di fare questo museo in casa?

Diciamo che non l’ho mai definito museo, ma piuttosto una galleria. Credo che un museo debba raccontare tutto ciò che si colleziona ed io non arrivo a tanto. L’idea è nata nel momento stesso in cui mia figlia ha acquistato casa ed è andata a vivere per conto suo. Avevo tutti questi cimeli chiusi in scatoloni e buste di plastica e, una volta che lei ha traslocato, ho deciso di esporre quello sarebbe riuscito ad entrare negli spazi liberatisi e sistemare un po’ più decentemente le cose che avevo. Comunque un giorno finirà tutto a lei, una volta che io non ci sarò più.




Come hai raccolto tutti questi oggetti nel tempo?

Molto appartiene a ciò che ho vissuto personalmente, cose che avevo sparse un po’ dappertutto e che non mi era mai venuto in mente di raggruppare e catalogare. Qualcos’altro l’ho acquistato da altri collezionisti o presso alcuni mercati dell’antiquariato, che mi è sempre piaciuto frequentare per altri motivi che esulano dal calcio e dalla Lazio.




Quale è stato il tuo primo cimelio?

Lo acquistai personalmente da ragazzino, non me lo feci comprare dai miei genitori. Purtroppo è un’edizione del quotidiano uscito quando è stato ucciso Vincenzo Paparelli. Avevo anche il biglietto di quel derby, ma chissà che fine ha fatto. Poi in ordine di tempo viene la maglia che mi regalò Vincenzo D’Amico nel 1982, a cui all’epoca cercai di togliere lo zero con l’acquaragia così da far restare solo il numero uno e giocarci, dato che calcisticamente ero portiere. Ovviamente non ci riuscii. L’anno successivo mi andò meglio con quella di Laudrup, visto che i numeri erano cuciti. Quella maglia ora è stata dichiarata rovinata, ma non mi importa, mi ci sono divertito tanto con quella indosso.




Ho visto che questa “Galleria” è dedicata ad un ex Lazio: Paolo Pochesci. Perché proprio lui?

Paolo ho avuto modo di conoscerlo bene solo sei anni fa in una cena dove vi erano tanti ex giocatori della Lazio ed io ero seduto accanto a lui. All’epoca scrivevo di storia della società biancazzurra per Lazio Style Magazine, gli feci un’intervista perché ad un tratto mi ritornò in mente la sua umiltà e la sua semplicità che vedevo quando andavo ad assistere agli allenamenti a Tor di Quinto. Tutto ciò gli è rimasto dentro, così siamo diventati grandi amici e se io sono invitato a qualche trasmissione o a qualche cena dove devo esporre il mio materiale, non vado se non c’è  anche lui. Diciamo che siamo come uno specchio, stesso pensiero sulla società in cui viviamo, stesso pensiero su molte cose della vita e stessa vocazione per non scendere mai a compromessi. Dedicargli la Galleria penso fosse più che dovuto.




Speri che un giorno tutto questo sia collocato in vero museo della Lazio?

Sarebbe fantastico allestire un Museo della Lazio a Roma. Per farlo, però, credo che sarà necessario che prima la società riesca a costruire il proprio stadio. Il Museo della Lazio andrebbe poi collocato all’interno. Purtroppo i milioni di problemi burocratici che ci sono in Italia e specie in una città come Roma, fa sì che tutto questo non possa che avvenire in tempi relativamente molto lunghi. Un Museo della Lazio potrebbe essere sfruttato anche per l’indotto: sarebbe fantastico creare una struttura al centro di Roma in cui mettere in vendita materiale ufficiale e della curva, magari anche con un settore stile “pub inglese” dove poter assistere alla partita in tv. Ci si potrebbe anche convenzionare con un’associazione, attraverso la quale portare in Italia i vari tifosi della Lazio sparsi per il mondo. C’è un club a New York e tanti fans presenti nei paesi asiatici, ne beneficerebbe economicamente anche il settore del turismo. La galleria costituirebbe un incitamento all’acquisto, dato che, per esperienza personale, in ogni museo calcistico che ho visitato ho visto la gente uscire dal merchandising con maglia, gagliardetto e sciarpa. Io stesso ho acquistato tanto materiale calcistico. La Lazio e suoi tifosi, peraltro, sarebbero così conosciuti meglio in tutto il pianeta.




Ma in futuro pensi potresti essere tu un curatore del museo?

Assolutamente no per tre motivi. Il primo è che avendo passato abbondantemente i cinquant’anni non ho più la verve di una volta, meglio lasciare spazio a chi ha più entusiasmo di me. Il secondo è che ci sono tanti altri collezionisti che hanno più materiale da mettere a disposizione, dispongono di maglie veramente storiche e sono più preparati. Il terzo è che in tempi più o meno brevi sono in procinto con mia moglie di trasferirmi in Portogallo per la mia situazione lavorativa. Sono disoccupato da quasi due anni, la cosa non ci permette più di vivere in un paese esoso come il nostro. Certo la Lazio mi mancherà, ma per fortuna ora ci sono mezzi tecnologici mediante i quali si può seguire la propria squadra del cuore anche a tanti chilometri di distanza.




Può un laziale venire ad emozionarsi nei tuoi cimeli?

Certo, basta scrivermi alla e-mail eaglesgallerylazio@gmail.com, oppure contattarmi attraverso Facebook. Ci ho messo tanta passione, spero che sia visitato da tanti. Sto anche pensando a come sistemare le cose quando andrò all’estero, ma in un modo o nell’altro vedremo come far proseguire questa galleria biancazzurra.



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