di Fabio BELLI

Le pagelle biancazzurre in Sampdoria-Lazio 1-2.




Marchetti 6: Non rischia nulla nel primo tempo, costretto alla resa all’intervallo. La sua storia clinica sta iniziando a diventare complicata. (dal 1′ st Strakosha 6.5: Grande reattività su una punizione di Quagliarella passata sotto tutte le gambe della barriera, sfiora il miracolo anche sul tiro-jolly di Schick).

Basta 6.5: Partita di grande applicazione tattica, sbaglia pochissimo e conferma i progressi in fase di contenimento.

Wallace 7: L’errore del derby è stato troppo grossolano, quasi paradossale per poter cucire attorno ad esso un giudizio sul giocatore. Con buona pace di chi ne aveva invocato l’esilio ai margini della rosa, forse per mettere una toppa sui demenziali giudizi in sede di mercato sul brasiliano, torna ad essere the Wall… ace con un pizzico di concretezza in più. Strepitoso nel finale, nel momento di massima pressione della Sampdoria.




De Vrij 6.5: Quando c’è si vede, eccome. Una sicurezza, l’inattività non lo spaventa mai. Cede solo qualcosa a livello fisico nel secondo tempo, ma deve giocare con continuità per entrare finalmente in forma.

Radu 7: Da diverse partite sta convincendo, era stato uno dei migliori anche nel derby. Non gli manca quel pizzico di sana cattiveria, fondamentale per vincere su certi campi della Serie A.

Parolo 7: Il gol lo porta a togliersi un bel peso, ma al di là del tabù sotto porta sfatato, la sua sostanza a centrocampo si fa sentire più che mai. Mancherà con la Fiorentina, ci mancherà sicuramente.




Biglia 6: Il solito Biglia, c’è ma a tratti non si vede, quando inizi a criticarlo piazza la giocata o recupera il pallone che strappa l’applauso. Può e deve fare di più, all’ennesima botta esce di nuovo dolorante. (dal 20′ st Keita 6.5: Entra e la Lazio guadagna di nuovo metri, la Samp rientra in partita solo grazie a un tiro della domenica (di sabato sera) ma anche nel recupero è quello che tiene palla più intelligentemente).

Milinkovic-Savic 7: Torna quello di Palermo, micidialmente concreto e soprattutto decisivo sotto porta. Il suo strapotere fisico lo porta a cavarsela anche quando i mezzi tecnici a volte lo tradiscono.

Lulic 7: Perfetto nell’interpretazione del ruolo di esterno offensivo dopo aver giocato un derby eccellente da quarto a sinistra in difesa. Le caratteristiche versatili, da puro jolly, lo rendono l’anima di questa squadra.




Immobile 6: Lotta talmente tanto che non ce la fai a prendertela con lui, ma stasera fa davvero tanta confusione. Pizzicato sistematicamente in fuorigioco, spreca per due volte la palla match e questo per poco non costa molto caro. E’ anche sfortunato quando Puggioni nel primo tempo gli nega il gol in maniera quasi paranormale.

Felipe Anderson 7.5: Quando è in giornata così, è imprendibile. Linetty lo sta ancora cercando, Regini lo sta ancora inseguendo, gli splendidi 1000 laziali di Marassi lo stanno ancora applaudendo: le vesti di formidabile assist-man gli calzano a pennello e serve a Milinkovic-Savic e Parolo due cioccolatini che valgono la vittoria. (dal 42′ st Lukaku sv).




L’all. Simone Inzaghi 8: Questa è soprattutto la sua serata perché non era per niente semplice tirare su con la gru una squadra affondata dopo il derby. Una partita che poteva togliere certezze e invece la Lazio è tornata la Lazio, vincendo in casa di una Sampdoria che tra campionato e Coppa Italia ne aveva vinte cinque di fila. Trentuno punti in sedici partite sono un bottino sotto gli occhi di tutti, ammiratori e detrattori: il finale d’anno sarà duro, ma solo una squadra con le palle vince una partita così dopo una settimana da incubo.




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